27/01/2020

Sul sentiero delle grandi vigne

Pochi posti in Piemonte sono così noti ma poco conosciuti a livello escursionistico come le Langhe. E' sufficiente allontanarsi di poco dalle strade battute e dai luoghi famosi resi celebri dai grandi scrittori e dai grandi vini per scoprire sentieri meravigliosi aggrappati alle cime dei bricchi, camminare sulle dorsali, passando da una cascina all'altra e da una chiesetta all'altra. Le Langhe sono splendide in autunno, ma sono altrettanto affascinanti in inverno; non a caso dal piazzale di La Morra, denominato il "belvedere delle Langhe", nelle giornate terse la vista si perde da una collina all'altra quasi senza fine. Due sono gli itinerari che partono da La Morra, uno è quello descritto e l'altro "il sentiero del Barolo" (leggermente più lungo). Noi, per tre motivi siamo partiti dalla frazione Annunziata: il primo, perchè si parte dal punto più basso dell'escursione, quindi la salita si fa tutta all'inizio e la discesa è tutta "plasir". Secondo, è maggiore la possibilità di parcheggio, e terzo si arriva giusti a La Morra per uno spuntino "panoramico". La gita è adatta a tutti, da evitare solo subito dopo periodi piovosi per i tratti di fango che si possono trovare sul percorso.













Località di partenza: La Morra, frazione Annunziata
Arrivo: La Morra, frazione Annunziata
Dislivello: 300 m. circa
Tempo complessivo: 3:30 ore
Difficoltà: T/E
Cartografia: IGC n.18 1:50.000 Langhe
Accesso stradale













Descrizione: lasciata l'auto, si costeggia per pochi metri la bella chiesa dell'Annunziata un tempo convento benedettino, alla curva si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni per la borgata Ciotto. Sempre su strada asfaltata e in leggera discesa si supera la cantina vinicola Rivetto e poco più avanti la strada diventa sterrata inoltrandosi tra vigne e noccioleti. Siamo ora sul punto più basso del percorso, si inizia a salire ed in breve si ritorna sull'asfalto, si superano alcuni bivi (sempre ben segnalati) e si arriva sulla provinciale (prestare sempre un minimo di attenzione sui tratti asfaltati, alcuni sono abbastanza trafficati). In alto su un costone si vede la chiesa di Santa Maria, e li che ci dobbiamo dirigere, purtroppo è al momento in ristrutturazione per cui non è avvicinabile, proseguiamo quindi in direzione di La Morra (ancora su asfalto), si arriva così ad una delle classiche panchine giganti dove, è impossibile non scattarsi una foto 😄.
Si imbocca ora la sterrata che inizia dietro alla panchina e si addentra nei vigneti, man mano che si sale il panorama si fa più ampio sui filari e sui tanti borghi in lontananza. Si arriva così in alto e si ritrova la strada asfaltata, si va a sinistra sino ad incrociarne un'altra più trafficata, che dobbiamo attraversare e prendere a sinistra una scorciatoia (indicazioni) che in breve ci porta nel centro di La Morra. Si cammina su una passerella di legno, si arriva nei pressi dell'ufficio turistico e si imbocca via Umberto I, (via affollata di cantine e trattorie molto invitanti) al fondo della via si apre piazza Castello e la sua bellissima e panoramica balconata sulle colline della Langa (ottimo posto per una pausa spuntino).

Dalla piazza si scende a destra lungo la scalinata che costeggia le mura medievali, si arriva al fondo su via Marconi, si tiene la destra e all'incrocio con via Roma la sinistra, la strada è trafficata, ma il tratto da fare è breve, si svolta a sinistra su strada Fontanazza (indicazione sentiero delle grandi vigne) dopo poche centinaia di metri, le indicazioni ci fanno addentrare nelle vigne (possibilità di trovare fango in questo tratto) mentre alle nostre spalle si erge maestosa La Morra. Circa a metà discesa si svolta ancora a sinistra sempre tra i filari (cartello) e si raggiunge la frazione Boiolo, si prende a sinistra un tratto di asfalto, per poi scendere di nuovo a destra sempre tra i vigneti. Più in basso, terminati i vigneti ci si inoltra per sentiero a tratti ripido e fangoso in un fitto bosco dove si trovano alcuni alberi di traverso abbattuti forse da recenti piogge. Segue un tratto di ripida salita e si arriva alla frazione Torriglione dove si ritrova l'asfalto, si prosegue a sinistra in leggera discesa, poi quando la strada inizia a salire la si lascia per prendere a destra (indicazioni) per un tratto veramente suggestivo per il panorama. Arriviamo così nei pressi di un'altra azienda agricola e di alcune case, svoltiamo a destra arrivando ad Annunziata ed in breve alla chiesa punto di partenza.


20/01/2020

Rifugio Meira Paula e Meire Culet

Al di sopra dell'abitato di Rore, su terre anticamente utilizzate per pascoli e approvvigionamento di legname, nasce, probabilmente nel tardo settecento, Meiro Paulo, un nucleo di antiche dimore stagionali che una lunga ristrutturazione ha riportato in vita trasformandolo in un rifugio immerso nella natura. (dal sito del rifugio) Il rifugio è caldo ed accogliente, aperto nei fine settimana offre un ottimo servizio e si possono gustare molte specialità locali. http://meirapaula.it/













Località di partenza: Rore 890 m.
Arrivo: Meire Culet (il colletto) 1440 m.
Dislivello: 550
Tempo complessivo: 3 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.6 1:50.000 Monviso
Accesso stradale













Descrizione: posteggiata l'auto ci si incammina sulla strada asfaltata che, più avanti è possibile tagliare per sentiero raggiungendo così il Puy superiore dove la strada termina. (volendo è possibile arrivare sino qui con l'auto, abbreviando il dislivello dell'escursione) Si entra ora all'interno della borgata e all'altezza della chiesetta con fontana, si prende a destra (indicazioni) il sentiero che sale a fianco di un muretto in pietre. Dopo un po si arriva ad un bivio dove bisogna andare a sinistra (indicazioni) e con un traverso obliquo salendo tra betulle e faggi si arriva ad un pilone votivo, si prosegue e subito dopo ad un altro bivio, si trascura la deviazione a sinistra e si prosegue dritti arrivando così in breve al rifugio ed alle grange adiacenti. Il panorama si fa interessante, davanti a noi il monte Birrone, il Rastcias, il Nebin e in lontanaza il Pelvo d'Elva. Sulla destra invece la Testa di Garritta Nuova, la Riba del Gias e la Cima di Crosa. Dal rifugio si continua il percorso e sinistra delle grange, con percorso inizialmente pianeggiante, poi con una breve salita si ricongiunge al sentiero principale che sale da Puy. Un ultimo strappo e si arriva al Colletto (1400 m.) nei pressi di un pilone votivo (bella vista sul monte Ricordone). Si prosegue per un breve tratto in direzione delle baite (Meire Culet), prendendo un sentiero a sinistra (che passa tra le baite) che con breve salita conduce al punto più alto dell'escursione. Ora non rimane che scendere seguendo le indicazioni ed in breve si rientra al rifugio, da dove per il sentiero fatto all'andata, si rientra all'auto.

12/01/2020

Alle Porte della Val Chisone

Bel giro (anche questo ad anello) in bassa val Chisone, dislivello contenuto ma abbastanza lungo (circa 13 chilometri) che con andamento mai ripido e parecchi saliscendi attraverso numerose piste forestali (ottime per MTB) si passa accanto a vecchie baite oramai in disuso e altri piccoli nuclei ben conservati. Panorama un po limitato dalla vegetazione, ma si trovano un paio di "belvederi" sia sulla pianura e sia sull'alta valle.













Località di partenza: fontana degli alpini 738 m.
Arrivo: fontana degli alpini 738 m.
Dislivello: 400 m. c.a.
Tempo complessivo: 3:15 ore
Difficoltà: T/E
Cartografia: IGC. n.17 1:50.000 Torino-Pinerolo e bassa valle di Susa
Accesso stradale




















Descrizione: dal piazzale dove si è posteggiata l'auto partono due strade, quella di sinistra (indicazioni per San Benedetto) è quella che verrà percorsa al rientro. Si prende quindi quella di destra proseguendo sulla sterrata che con numerose svolte porta porta ad un bivio, dove a destra la strada porta al Pilone di San Francesco. Noi proseguiamo verso sinistra sino a raggiungere un crinale dove si incrocia la strada che unisce San Benedetto al colle di Prà Martino. Si va ancora a sinistra e al successivo "quadrivio", la strada a destra porta in pochi minuti al "belvedere" dove su un grande basamento è posizionato un volto di donna raffigurante la Libertà (ottimo panorama sulla pianura). Si ritorna al "quadrivio" e si prende la strada che scende (indicazioni colle Prà Martino) che si raggiunge dopo avere incrociato la strada asfaltata che sale da San Pietro Val Lemina. Al colle si trovano ancora i resti del vecchio ristorante, qui si intersecano quattro strade, noi dobbiamo prendere quella più a sinistra che passa a fianco dell'ex ristorante, arrivando in breve tempo alle vecchie colonie della ex Riv. Si prosegue ora su sterrata superando una miniera di grafite con lapide ricordo e una fontana, continuiamo a scendere sempre sulla traccia principale sino alla bella B.ta Miandassa con il suo pilone votivo. Appena prima di entrare nella borgata, c'è sulla sinistra una stradina, dobbiamo prendere quella, poi ancora a sinistra; ora con un lungo tratto in faggeta si arriva alla fonte di "Sagna Feya" (curioso il mulino in miniatura sotto la strada). Si prosegue sempre sulla strada principale, si incontra ancora una baita diroccata e, più avanti ad un bivio si va a sinistra immettendosi su un'altra pista forestale dove poco più avanti (indicazioni per Porte) si va a destra, alternando tratti in piano e altri in leggera salita si sbuca sulla strada asfaltata che sale da Porte. Si prende ora la strada di sinistra (indicazioni per colle Prà Martino), si raggiungono poi i resti della borgata Sartè e successivamente sempre scendendo verso valle si arriva ad una borgata ristrutturata dove, all'altezza dell'ultima casa si prende una traccia a sinistra che costeggia un muretto a secco, in breve si scende ad incrociare una sterrata che va seguita a sinistra con andamento quasi pianeggiante, superando altri ruderi, incontrando lapidi con su scritti testi di canzoni degli alpini rimanendo sempre sulla traccia principale si arriva in breve al piazzale dove si è posteggiata l'auto chiudendo così l'anello.

06/01/2020

Certosa M. Benedetto - rif. Val Gravio

Interessante giro ad anello all'interno del parco naturale Orsiera Rocciavrè passando per il bellissimo complesso della Certosa di Monte Benedetto. Al momento possono essere utili un paio di ramponcini al seguito, essendoci parecchi tratti ghiacciati sul percorso all'altezza del rifugio.








Località di partenza: Adret 1135 m.
Arrivo: Adret 1135 m.
Dislivello: 240 m.
Tempo complessivo: 2:30 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.1 1:50.000 Valle di Susa, Chisone e Gemanasca
Accesso stradale













Descrizione: dal posteggio si prosegue all'interno della piccola e graziosa frazione, molto ben posizionata al sole con un bel panorama sulla Sacra di San Michele, Musinè e Rocciamelone (solo per citare i più conosciuti). Giunti davanti alla cappelleta si biforcano due sentieri, quello di destra il 512 conduce direttamente al rifugio del Gravio (verrà percorso al ritorno), si prende quello di sinistra (524) che inizia a scendere nel vallone del Gravio, poi con diversi saliscendi, si porta infine al fondo dove su un ponticello si attraversa il torrente del Gravio e si inizia la risalita sul versante opposto (possibilità di avvistare animali, nel mio caso un gruppo di cinghiali). La salita continua sino a raggiungere il culmine di una dorsale da dove si apre un buon panorama, si scende alle grange sottostanti, poi a destra in direzione della Certosa che si raggiunge in breve. Visitata la Certosa (in questo periodo però chiusa) si ritorna sino al ponte in pietra passato precedentemente e si svolta a sinistra (indicazioni) iniziando la risalita di un bel sentiero (il 506) che si porta nella faggeta sino a raggiungere il "Pra dou Sap" (radura nel bosco). Oramai non manca molto al rifugio, si arriva così ad un quadrivio dove a destra si inizia a scendere verso il torrente Gravio, lo si attraversa su un ponticello e in breve si arriva al rifugio (1376 m.). Dal rifugio si imbocca l'evidente sentiero 512 che discende in direzione nord toccando poi i ruderi dei casolari Passet, raggiungendo infine la frazione di Adret, punto di partenza del nostro itinerario.