Bella e verticale, divisa in tre settori, quello centrale è il più interessante ed impegnativo. Ambiente molto vario e selvaggio, panorama bello su tutto il percorso. Si tratta di una nuova via ferrata (l'unica della valle di Lanzo), al momento non ancora omologata e percorribile a proprio rischio e pericolo, i sentieri di accesso e di discesa non sono al momento tracciati. Il tracciato di massima della ferrata (vedi foto) è tratto dal sito del comune di Usseglio.
Periodo: Marzo - Ottobre
Difficoltà: PD il primo e l'ultimo tratto AD/D il tratto centrale
Dislivello complessivo: 533 m.
Tempo complessivo: 5 ore
Accesso stradale nei pressi di una cava con le dovute cautele si può parcheggiare.
Descrizione: al momento non essendoci un sentiero chiaro per l'attacco della ferrata, diventa un pò laborioso l'accesso. Comunque in linea di massima, dalla cava bisogna seguire inizialmente un sentiero che costeggiando dei muretti a secco porta verso la sinistra della cava. In linea di massima si deve puntare al centro del canalone, si dovrebbe a questo punto trovare l'unico cartello indicante "Via Ferrata", di li in poi solo vaghe tracce nella boschina. Raggiunto l'attacco, inizia il tratto (PD) che con vari risalti porta sino al primo tratto centrale, dove la ferrata inizia ad essere più verticale (AD/D) sino ad incontrare il ponte tibetano (1631 m.), breve e facile con un panorama circostante sempre più ampio sulle cime della valle, Rocciamelone e Lera in primo piano. Passato il ponte inizia il secondo tratto verticale, come il precedente, senza parti strapionbanti o di forza si raggiunge l'ultimo tratto (PD) che porta direttamente in cima, da dove si gode un bellissimo panorama.Discesa: dalla vetta si segue un tratto di cresta sulla destra e si trova l'indicazione
"via di discesa", di qui in poi bisogna prestare massima attenzione, dovendo scendere in traverso su erba olina (molto infida e scivolosa) per portarsi nel vallone seguendo rari bolli rossi sugli alberi. Passato questo tratto delicato (utili un paio di bastoncini) il percorso diventa sempre più evidente ed in 1 ora circa si ritorna alla cava.
Periodo: Marzo - Ottobre
Difficoltà: PD il primo e l'ultimo tratto AD/D il tratto centrale
Dislivello complessivo: 533 m.
Tempo complessivo: 5 ore
Accesso stradale nei pressi di una cava con le dovute cautele si può parcheggiare.
Descrizione: al momento non essendoci un sentiero chiaro per l'attacco della ferrata, diventa un pò laborioso l'accesso. Comunque in linea di massima, dalla cava bisogna seguire inizialmente un sentiero che costeggiando dei muretti a secco porta verso la sinistra della cava. In linea di massima si deve puntare al centro del canalone, si dovrebbe a questo punto trovare l'unico cartello indicante "Via Ferrata", di li in poi solo vaghe tracce nella boschina. Raggiunto l'attacco, inizia il tratto (PD) che con vari risalti porta sino al primo tratto centrale, dove la ferrata inizia ad essere più verticale (AD/D) sino ad incontrare il ponte tibetano (1631 m.), breve e facile con un panorama circostante sempre più ampio sulle cime della valle, Rocciamelone e Lera in primo piano. Passato il ponte inizia il secondo tratto verticale, come il precedente, senza parti strapionbanti o di forza si raggiunge l'ultimo tratto (PD) che porta direttamente in cima, da dove si gode un bellissimo panorama.Discesa: dalla vetta si segue un tratto di cresta sulla destra e si trova l'indicazione
"via di discesa", di qui in poi bisogna prestare massima attenzione, dovendo scendere in traverso su erba olina (molto infida e scivolosa) per portarsi nel vallone seguendo rari bolli rossi sugli alberi. Passato questo tratto delicato (utili un paio di bastoncini) il percorso diventa sempre più evidente ed in 1 ora circa si ritorna alla cava.
Ho trovato la ferrata impegnativa e specialmente la discesa problematica. In particolare, nonostante fossimo a metà aprile, c'era molta neve che ha reso la discesa molto difficile. Essendo la discesa sul versante nord penso che questo problema si possa verificare in futuro indipendentemente dalle precipitazioni invernali.
RispondiEliminapensavo che almeno a distanza di più di un anno fosse migliorato qualcosa, ma a quanto pare...
RispondiEliminaBuone gite.
A distanza di 4 anni dal commento precedente aggiungo che appena si scende si deve passare sotto alcuni alberi caduti nel prato. Oppure sopra ma poi piegare subito sotto. C'è un cartello che non avevo visto. Il sentiero è poi ben segnato sugli alberi con rosso e bianco. Solo alcuni punti mancano a mio giudizio. Ci si può allontanare ma non di molto. Confermo che avere le bacchette è meglio. Necessari x chi ha qualche problema alle ginocchia
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