Le origini di questa festa sono molto antiche, risalenti attorno al 975 o al 980, quando le squadre di saraceni che erano penetrate nella valle per saccheggiarla vennero scacciate dalla popolazione locale. La festa è quindi la commemorazione della cacciata degli invasori musulmani, anche se alcuni hanno messo in dubbio questa ipotesi, forse diffusa nel XVIII secolo per ragioni turistiche. La Baio è composta da quattro cortei (o eserciti), provenienti dal capoluogo e da tre sue frazioni: Sampeyre (Piasso), Rore (Rure), Calchesio (Chucheis), e Villar (Vilà). Per tradizione al corteo partecipano solo gli uomini di ogni borgata, esibendosi con i complicati costumi tessuti dalle donne del borgo e interpretando anche i ruoli femminili; un'usanza che non ha risparmiato alla festa l'accusa di maschilismo. Il momento di comunicazione più profondo tra pubblico e interpreti è il ballo. La Valle Varaita è infatti considerata il più importante centro del mantenimento e della riscoperta delle tradizioni occitane, dove si sono conservati molti balli tradizionali e gran parte del folklore musicale, così, al suono dei violini, delle fisarmoniche, degli organetti e dei clarinetti, i festanti si esibiscono nella courento, nella gigo, nella courento di custiole, nella countradanso, nella tresso, nella bureo d'San Martin, nella bureo vieìo, nel mulinet e molte altre danze.
Durante la processione del corteo si incontrano delle barriere formate da tronchi che simboleggiano gli ostacoli lasciati dai saraceni durante la fuga, esse vengono abbattute dai sapeurs (zappatori in occitano e guastatore in francese) con delle asce e si svolgono ballo e rinfresco; nel giorno del giovedì grasso, tutte le Baio a eccezione di quella del Villar sfilano nuovamente a Sampeyre per poi tornare alla propria borgata, dove avviene la chiusura della festa con il processo al tesoriere. Egli, infatti, cerca di scapparecon la cassa grazie all'aiuto di un segretario, ma viene tradizionalmente acciuffato e processato, graziati da tutte le Baio, essi vengono poi riprocessati al Villar, dove però vengono giustiziati.
Cavalie: (cavallieri) rappresentano la cavalleria dei valligiani, e aprono il corteo di Calchesio e Sampeyre
Tambourn majour: guida il corteo di Calchesio e Villar, muovendo un lungo bastone a tempo di musica
Arlequin: è il sevizio d'ordine della Baio, che deve tenere indietro la gente spaventandola in modo burlesco per impedire che intralci il corteo
Sarazine: bambine che fanno roteare un fazzoletto bianco come segnalein codice per l'esercito di liberazione, interpretate dai bambini più piccoli
Segnourine: (signorine) vestite di bianco per simboleggiare la fine della schiavitù dai saraceni, sono interpretate dai ragazzi di età tra 1 10 e 16 anni
Tambourin: (tamburini) chiamano a raccolta il corteo e ne scandiscono il ritmo di marcia, e nel Villar è presente anche un suonatore di timballo
Sapeur: armati di asce, abbattono le barriere di tronchi lasciate dai saraceni in fuga
Grec: (greci) presenti nei cortei di Rore, Sampeyre e Calchesio, sono i giovani dai 17 ai 30 anni che interpretano i prigionieri greci, liberati dai valligiani. E' il ruolo meno vincolatodella festa
Escarlinie: rappresentano la fanteria dei valligiani, e sono armati di mazze ornate con edera, nastri colorati e campanellini
Espous: (sposi) coppie di giovani sposi che si limitano a una sola per il corteo del Rore
Segnouri: (signori) sono i benestanti del paese che ora possono girare liberamente senza paura dei saccheggi dei saraceni, parte dei cortei di Rore, Sampeyre e Villar
Sounadour: (suonatori) sono i musicisti del corteo che suonanoper il ballo, occasionalmente anche per più di ventiquattro ore consecutive
Uzuart: sono le guardie che scortano gli Alum, armati di spada o fucile
Granatìe: scortano i Tezourie e li giustiziano, sono presenti solo al Villar
Morou: (i neri) e Turc, i primi viaggiano a dorso di mulo o asino e sono prigionieri liberati dei saraceni, i secondi sono prigionieri saraceni, viaggiano incatenati a piedi e sono presenti solo a Sampeyre
Vièi e Vièio: (il vecchio e la vecchia) sono i personaggi che chiudono il corteo in modo ridicolo, ansimando e fingendo di non riuscire a tenere il passo, Sono vestiti di stracci e portano una culla con dentro un bambino (una bambola) e un fiascone di vino
Cantinìe: (cantiniere) corre su e giù per il corteo accertandosi che a nessuno manchi da bere
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