Tangenziale di Torino, venerdì 25 gennaio ore 18...
Classico ritrovo a
bordo città per fuggire più in là, dove le valli danno il meglio di sè,
dove i palazzi smettono di occupare l'orizzonte e lasciano spazio alle
montagne. Più o meno bianche. Per gentile concessione
dell'organizzatore, le donne sono esonerate dalla guida. Mai capito se
sia semplice galanteria o assoluta, quanto fondata, sfiducia nella guida
femminile su neve. Le partecipanti apprezzano, e non sembrano alla
ricerca di disperate dimostrazioni di parità dei sessi, non oggi. Non
abbiamo certo fatto a meno del classico personaggio ritardatario, che
preso da crisi isterica da smarrimento tra Borgaro e Venaria, note
metropoli, ti urla al telefono "Voi andate, io non ce la farò mai!". Sì,
sì, il personaggio in causa non è maschile, perché, si sa, l'uomo in
auto non deve chiedere mai e non si perde mai. E se anche si perdesse,
direbbe che non viene perchè Belen l'ha invitato a cena. Ma la
solidarietà femminile fa miracoli, ripeschiamo la malcapitata in una
rotonda e via, siamo ancora in orario per l'appuntamento finale a Balme.
Venti lumini si muovono nel buio e nel freddo, qualcuno si conosce già,
qualcuno si conoscerà, qualcuno "Ma dai, ci sei anche tu?". Baci e
abbracci. La luna piena, il cielo terso, le luci frontali accese ad
accecare chiunque osi guardarti mentre smadonnando cerchi di chiuderti
le ciaspole. A ciaspole indossate, spegniamo la frontale: la luna e la
neve consumano meno. E saliamo, su una strada larga e battuta. Qualcuno
parte a scheggia, e lo vedrai solo in cima. Qualcuno ha paura a muovere i
primi passi: ammettiamo che iniziare la salita da un letamaio non è
propriamente geniale. Ogni tanto ci si ferma a guardarsi attorno, non
che questa valle sia la più bella del mondo, ma questa sera anche lei ha
il suo fascino. Allungo il passo per chiacchierare con uno, lo accorcio
per parlare con l'altra, tengo il mio e parlo con chi mi capita.
Un'oretta di chiacchiere e visi sorridenti ed eccoci arrivati:
Agriturismo la Masinà. Peccato per il lampione che proprio bene non sta.
Proseguiamo ancora un po', della luce artificiale oggi non ne vogliamo
proprio sapere. Il bosco, la neve, la luna. Due foto. Due "ooooooooo". E
poi il silenzio, il silenzio della montagna, il silenzio della natura,
il silenzio del "Cazzo son entrati tutti, non ci lasceranno niente da
mangiare!". Un improvviso disinteresse per la luna piena, un esagerato
desiderio di avere piena la panza: torniamo all'agriturismo a grandi
falcate. In fondo ci hanno aspettati. Il vino è abbondante, le porzioni
meno, ma per fortuna abbiamo chi non si fa troppi problemi e informa i
camerieri che il cibo "non basta", e viene ascoltato. Le donne sono un
po' distratte dalla sfilata PittiUomo che si sta accomodando al tavolo
vicino, ma prontamente la compagnia riguadagna il loro interesse: "Avete
notato che son tutti uomini? E che qualcuno ha anche l'orecchino?". No,
però abbiamo notato che noi stiamo ridendo di più. La cena va:
affettati, vitello tonnato, polenta e suatisa, polenta e spezzatino, la
concia, torte di mais o di cioccolato, il caffè, il pusa cafè. Venti
euro. Non male.Qualcuno si ferma a dormire lì, mentre gli altri
scendono, tirando gran pacche sulle spalle a chi ha organizzato la
serata, tenendo sempre alto il volume delle risate, alla faccia del
silenzio della luna e della neve.
Randagia, che tra un mese la luna è piena di nuovo... http://www.randagiconmeta.com/
Dettagli gita:
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