25/11/2012

Bivacco Orsiera 1931 m.


Il Parco Naturale Orsiera Rocciavré con la collaborazione del CAI UGET di Bussoleno ha aperto nel 2005 un nuovo bivacco presso l'alpeggio Orsiera nel Comune di Mattie a 1931 m s.l.m..
Il bivacco è uno dei "frutti" del piano di intervento sul territorio realizzato in questi anni dal Parco Orsiera ( altre 5 strutture derivanti dal recupero di vecchi fabbricati in rovina sono già in attualmente in uso nell'area protetta) ; è ubicato in un fabbricato del Comune di Mattie, concesso in comodato al Parco e ristrutturato dal Parco stesso grazie a finanziamenti - oltre 100.000 Euro- ottenuti del Ministero dell'Ambiente e della Regione Piemonte; oltre al bivacco, nel grande fabbricato (ex stalla), sono stati sistemati anche il casotto di sorveglianza dei guardia parco ed un rifugio per il margaro che controlla il bestiame in questa zona.

Il bivacco resta sempre aperto in estate da Giugno a Settembre mentre negli altri mesi le chiavi possono essere ritirate presso il Ristorante Delle Alpi in Frazione Giordani a Mattie. 

















Località di partenza: loc. Pra la Grangia (1360 m.)
Arrivo: bivacco Orsiera 1931 m.
Dislivello:
571 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.1,1:50.000 valli di Susa Chisone e Germanasca
Accesso stradale  attraversata la borgata di Pra la Grangia, dopo il ponte la strada diventa sterrata. Seguirla integralmente fino al parcheggio di Pra la Grangia (1360 m.)
















Descrizione: lasciata l'auto, si continua a piedi per la sterrata in forte salita, si tralascia un bivio a sinistra che conduce all'alpe Toglie, si supera la chiesetta della Madonna delle Salette e poi su sentiero ci si inoltra nel bosco di larici. Seguire l’evidente segnaletica fino a raggiungere gli ampi prati che conducono al pilone votivo posto a sentinella della magnifica conca dell’Orsiera-Mezzodì. In pochi minuti si raggiunge il bivacco (1931 m.). Panorami immensi sul gruppo Orsiera da un lato e Rocciamelone dall'altro, e la possibilità di vedere tanti camosci. Si rientra per l' identico percorso fatto all'andata.
Note: alla data odierna sono presenti circa 40 cm. di nave al bivacco, la quota neve ininzia a 1600 m. ma si sale comunque bene anche senza ciaspole.













 


 

18/11/2012

Monte Cavallaria 1464 m.

L'escursione al Monte Cavallaria è molto piacevole, offre un paesaggio suggestivo. Il panorama è senza dubbio particolare: si gode un'ampia vista sull'intera Serra d'Ivrea, si vede il lago di Viverone e i laghetti eporediesi. Verso occidente le punte di Quinseina e di Verzel e verso sud-ovest in lontanaza il Monviso. Dal Pian dei Muli, tra il monte Gregorio e la Cavallaria, si aprono ulteriori visuali: in particolare la zona tra Quincinetto e Pont Saint Martin, con l'inizio della valle di Gressoney. La Colma di Mombarone, conosciutissima montagna del Canavese visibile per intero dalla cima della Cavallaria. Molto praticato in zona il volo libero ed è facile incontrare gli amanti del parapendio. 

















Località di partenza: ponte a monte di Brosso, presso pian Vittone (780 m.)
Arrivo: Monte Cavallaria 1464 m.
Dislivello:
684 m.
Tempo di salita: ore 
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.9,1:50.000 Ivrea-Biella e bassa Valle d'Aosta
Accesso stradale si attraversa il paese di Brosso e, seguendo le indicazioni per Monte Cavallaria-Monte Gregorio si raggiunge la località di partenza.



















Descrizione:L'asciata l'auto poco prima del ponte a quota 780 m. circa in località Pian Vittone si inizia a salire lungo la strada asfaltata, che purtroppo rimarrà tale fino al Pian di Muli. Si prosegue sino ad incontrare un'ultima sbarra con divieto di transito, e poco dopo si trova un bivio che indica il sentiero N.721 per il Pian dei Muli, si può  decidere se continuare per asfalto, oppure tagliare per il sentiero (che taglierà la strada asfaltata in diversi punti) addentrandosi così nel bosco raggiunge via via diverse baite ristrutturate. Seguendo le indicazioni per il Pian dei Muli si arriva sull'ultimo tratto di strada asfaltata, da dove è visibile la nostra meta, si percorrono gli ultimi metri oramai molto panoramici e si arriva al Pian dei Muli (1450 m.). Ora il panorama è ampio, si svolta a destra e si percorrono gli ultimi metri che portano sulla cima della Cavallaria. Si rientra per l'identico percorso di salita, oppure seguendo la strada asfaltata.
 
 











03/11/2012

Orridi di Uriezzo

Durante l'ultima glaciazione la Valle Antigorio era occupata dall'esteso Ghiacciaio del Toce, con uno spessore di oltre 1.000 metri: lo strato di ghiaccio era così potente che solo le cime più alte emergevano. In questo tratto di valle l'imponente azione di modellamento e di erosione operata dai ghiacciai e dai torrenti del passato ha lasciato segni così grandiosi e complessi, e insieme così evidenti, come raramente nelle Alpi si possono trovare. L'azione erosiva si è spinta a tal punto che in meno di 3 km l'imponente gradino roccioso di Premia venne inciso per una profondità di 160 metri. Ma l'espressione più evidente dell'azione erosiva sono gli Orridi di Uriezzo, profonde incisioni in roccia scavate dall'antico sistema di torrenti che scorrevano sul fondo del ghiacciaio che percorreva in passato la valle. Con il ritiro dei ghiacciai, l'andamento della locale rete idrografica si è sensibilmente modificato: la peculiarità degli Orridi di Uriezzo consiste proprio nel fatto che il torrente che li ha modellati ora non percorre più queste strette incisioni, pertanto è possibile camminare agevolmente all'interno di esse. Gli Orridi sono contraddistinti da una serie di grandi cavità sub circolari separate da stretti e tortuosi cunicoli. Le pareti sono tutte scolpite da nicchie, volute, scanalature prodotte dal moto vorticoso e violento di cascate d'acqua e in certi punti si avvicinano tanto che dal fondo non permettono la vista del cielo. Il fondo roccioso non è visibile, perché mascherato da materiale alluvionale e da uno strato di terriccio. Gli Orridi costituiscono un ecosistema complesso: costanti condizioni di elevata umidità, scarsa illuminazione, pareti lisce e levigate, determinano difficili condizioni ambientali, a cui si adattano, in campo vegetale soprattutto muschi e felci, presenti in una grande varietà specie. Nota: Comunità montana Valli dell'Ossola.


Accesso stradale
Descrizione: si prosegue solo a piedi seguendo la segnaletica escursionistica realizzata con frecce gialle. Al primo Orrido (Orrido Nord-Est) si accede dopo pochi metri in corrispondenza della fenditura nella parete rocciosa subito dietro la prima casa in pietra ristrutturata.
Per l'orrido principale (Orrido Sud) si prosegue invece in leggera discesa lungo la strada sterrata fino ad un pannello informativo che ne segnala l'ingresso. Circa 100 metri prima una breve deviazione conduce al ponte di Balmasurda, sull'omonima forra. Da qui, attraversando il ponte, si può proseguire a piedi fino a Crego (30 minuti, All'uscita dell'orrido sud si prosegue fino al ponte di Maiesso per ammirare le caratteristiche marmitte dei giganti lungo il corso del Toce. Rientro dalla stessa parte oppure con il sentiero che aggira l'Orrido Sud. Tempo di percorrenza (A/R) dall'oratorio di Santa Lucia 35 minuti per la solo visita dei due orridi, 1 ora e 10 se si scende fino a Maiesso per vedere anche le marmitte dei giganti. 
La gita di carattere escursionistico è adatta a tutti.














Ferrata di Gabi 1450 m.

Siamo in Svizzera, poco oltre il Passo del Sempione per questa ferrata, bella e abbastanza impegnativa molto ben attrezzata e con alcuni passaggi da non sottovalutare.

Periodo: Maggio - Ottobre
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 250 m.
Tempo complessivo: 2:30 ore
Accesso stradale  dal piccolo paesino di Gabi, appena attraversata la galleria si posteggia su uno slargo a sinistra, accanto ad una cava di sabbia (indicazioni ferrata).

 











 


Descrizione: dal parcheggio due possibilità: la prima è di scendere sul bordo del fiume, e di li si attacca una breve paretina che porta al ponte delle scimmie, oppure se si vuole evitare il ponte, si rimane sulla parete di sinistra e si inizia la ferrata dalla fine del ponte. La via è caratterizzata da
una salita a gradini, dove a tratti in verticale si alternano cenge più o meno lunghe. Dopo aver
attraversato il ponte delle scimmie si va a destra traversando in diagonale una prima placca
liscia ma facile. Si aggira uno spigolo e si risale una breve parete, si procede ora a zig-zag su sentiero e in breve si raggiunge un'altra placca inclinata. Si continua a salire fino a percorrere una lunga cengia aerea sovrastata da un imponente tetto. Fino a qui le difficoltà della ferrata sono classificabili come AD. Si affronta ora il primo tratto verticale, esposto e abbastanza impegnativo al termine del quale si incontra una curiosa cassetta per le donazioni destinate alla manutenzione della ferrata, e un contenitore con il libro di vetta. Si continua su traverso obliquo non banale e ci si
porta alla base di una lunga parete verticale molto esposta, con tratti anche strapiombanti e passaggi atletici che tirano un po' di braccia e tendono a portare verso sinistra, sbilanciando leggermente la progressione. Qui è presente una grossa targa metallica con l'immagine della bandiera elvetica, visibile anche dalla strada. Si prosegue superando tratti verticali più semplici fino alla placca finale  dove ha termine la ferrata. Per la discesa u
n breve tratto di sentiero in salita ci porta su una strada carrozzabile, si scende per strada asfaltata fino a incrociare una traccia di sentiero sulla sinistra che in circa una ventina di minuti riporta al parcheggio.