30/05/2011

Ferrata del Monte Grona 1736 m.

Difficile ed esposta, riservata a chi già possiede esperienza di ferrate. La sua particolarità è data dal fatto di avere solo il cavo di assicurazione e la catena, non ci sono gradini (eccetto una decina su tutta la via), quindi risulta molto utile una certa padronanza con l'arrampicata sul 3° grado. La roccia data la sua conformità si presenta molto appigliata, quindi risulta una scalata molto piacevole. Il panorama dalla cima e su tutto il percorso è garantito.
 






Periodo: marzo-ottobre
Difficoltà: D/D+
Dislivello complessivo: 740 m.
Tempo complessivo: 5 ore A/R
Vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale Plesio, Breglia e poi, prima della chiesa, a sinistra per 3 chilometri  fino alle case di Monti di Breglia, poi al termine della strada sterrata dove si parcheggia.
Rifugio Menaggio: 1400 m. aperto week end ed estate - tel. 0334.37282
Descrizione: dal parcheggio si segue il sentiero nel bosco si arriva in circa 45 minuti al rifugio.
Dal rifugio sempre su sentiero ( è praticamente il percorso per la direttissima) si punta in direzione dei denti di Grona, una serie di torrioni di roccia calcarea. Ci si dirige scendendo alla base del canalone tralasciando alla nostra destra, la traccia che risale il canalone stesso. arrivando così alla base del primo dei tre torrioni, dove inizia la ferrata a quota 1430 m. Si sale utilizzando i molti  appigli naturali della roccia e dalla cima della torre si va a sinistra verso un settore di rocce inclinate che si salgono agevolmente. Ancora a sinistra superando un piccolo sperone arrotondato e si arriva all'intaglio alla base del secondo torrione (qui si incrocia la direttissima). Prendere prima verso destra e poi a sinistra, sino alle roccette che portano alla base del terzo torrione, il più interessante e difficile per via di una gran placca (D+) che si deve superare per raggiungere la cima  godendo di una bella arrampicata. Qui si deve scendere un poco fino al successivo intaglio (nuovo incrocio con la direttissima e via di fuga). Ora non rimane che l'ultima parte per arrivare in cima, da dove si può godere l'ampio panorama, sia sul lago di Como che sul lago di Lugano. Dalla cima, due possibilità: il sentiero della direttissima (molto ripido) oppure più a monte con l'altro sentiero (meno ripido) impiegando una decina di minuti in più, si ritorna in meno di un'ora al rifugio.

16/05/2011

Ferrata Orrido di Chianocco 614 m.

Attraversa la gola del rio Prebec, moderatamente difficile con un paio di tratti leggermente strapiombanti dove tira un po' di braccia. Molto interessante dal punto paesaggistico.
Data la brevità della ferrata, essa è abbinabile a quella dell'Orrido di Foresto. 

Periodo: Tutto l'anno, salvo periodo di grandi piogge e scioglimento nevi.
Difficoltà: D

Dislivello complessivo: 150 metri
Tempo complessivo: 2 ore
Vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale  parcheggiare nel paesino accanto al ponte sul torrente.




















Descrizione: per sentiero si entra all'interno dell'orrido, prima in salita e poi in discesa verso una cascata, arrivando in breve al cartello della ferrata. Si sale subito sulla parete di sinistra (tira un po' di braccia) entrando in un enorme buco scavato dall'erosione arrivando al ponte tibetano che attraversa la gola. Si prosegue a sinistra verso la fine della ferrata, prima in discesa (traversata bassa) e poi in salita (traversata alta) fino ad arrivare sul greto del Prebec. Tutto questo tratto dopo il ponte tibetano, tira sempre parecchio di braccia con qualche leggero tratto strapiombante. Arrivati sul greto del torrente, si può, se c'è poca acqua attraversare qui, oppure in caso contrario risalire il sentiero cablato che a destra porta a un simpatico belvedere, dove ad un bivio, a sinistrasi torna a Chianocco per sentiero ben segnalato.

Ferrata Gorge della Dora Riparia

Ferrata nel complesso abbastanza interessante, adatta ai neofiti, non presenta tratti esposti; dopo il primo ponte diventa una lunga camminata fino a riattraversare sulla sponda opposta.

Periodo: non percorribile nel periodo invernale, evitare con fiume in piena. 
Difficoltà: AD
Dislivello complessivo: 150 metri in discesa e 150 metri in salita 
Tempo complessivo: 3 ore
Vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale posteggiare vicino alle scuole elementari (pizzeria da Genio), comodo per il rientro dalla ferrata a pochi metri.














Descrizione: dal parcheggio si devono seguire le indicazioni per la via ferrata e, attraversando le borgate Piano e S. Giovanni si arriva ad una cabina elettrica (cartello ferrata). Con il sentiero si scende nel bosco  fino ad un bivio indicante l'attacco della ferrata. Si inizia con una traversata a pochi metri di altezza del fiume di una  serie di cenge, piccoli muri e placche fino al primo ponte tibetano dove si attraversa dalla parte opposta.Siamo a circa metà percorso, il sentiero prosegue ora a tratti senza cavo nel bosco per circa una mezz'ora, sino ad incontrare una scala a pioli di circa 6 metri, che porta giù al fiume. Con vari saliscendi si arriva ad un bivio (dritto per Giaglione, a destra in salita per Gravere). Troviamo ora il secondo ponte tibetano, più corto del precedente e quasi a pelo sull'acqua. Si arriva dalla parte opposta e ci si trova sotto il paretone che riporta a Giaglione. Si risalgono i 150 metri persi all'inizio sfruttando cenge e tratti di sentiero fino ad un'ultima placca leggermente strapiombante arrivando così al termine della ferrata, da dove a destra risalendo la sterrata (bolli di vernice sui pali in legno) in breve si ritorna al parcheggio.

08/05/2011

Monte Mongioie 2630 m.

Bellissima gita su una delle cime più frequentate e conosciute dell'entroterra ligure. Il Mongioie si trova sul tratto di catena montuosa, compresa tra il Monte Antoroto (m 2149) e il massiccio del Marguareis (m 2651), Dalla vetta splendida vista a 360° e nelle giornate limpide è visibile il mare.
Erano un paio d'anni che avevo in mente questa montagna, poi per un motivo o per un altro l'avevo accantonata. Ma ora si presentavano le condizioni ottimali; in se non è una montagna difficile (considerata EE in condizioni normali) ma diventa molto interessante ad inizio stagione, quando per arrivare in cima si trova ancora neve (in questo caso la valutazione diventa EEA) e quindi è d'obbligo l'uso di picozza e ramponi. Vista la considerevole distanza da Torino e non volendo partire ad orari impossibili, decidiamo di pernottare al rifugio Mongioie (scelta azzeccata) ottimamente gestito e molto confortevole. In questo modo siamo riusciti a partire dal rifugio alle 6:30 (meglio anche qualcosa prima) raggiungendo la vetta in 3:30 ore. Abbiamo trovato neve da pian dell'Olio alla vetta (quindi per metà percorso), dovendo così utilizzare ramponi e picozza. La parte più ripida è dal Bocchin dell'Aseo alla vetta, e qualche attenzione va prestata sull'ultimo tratto di cresta che porta alla croce di vetta.

Località di partenza: Viozene  1245 m.
Arrivo:  Monte Mongioie2630 m.
Dislivello: 1385 m.
Tempi di salita: 45 minuti da Viozene al Rifugio Mongioie, 3 ore-3 ore e 30 dal Rifugio Mongioie alla vetta (a seconda delle condizioni)
Difficoltà: EE, diventa EEA se inizio stagione in presenza di neve, per cui è necessario l'uso di picozza e ramponi.
Accesso stradale si posteggia l'auto nei pressi della chiesa. (m.1245)
Descrizione: Lasciata l'auto a Viozene (m 1245) il sentiero inizia sulla destra della chiesa, si risale per il borgo percorrendo la stretta stradina cementata che poco dopo si addentra in un bosco di nocciole. Dopo circa 45 minuti di cammino si raggiunge il rifugio Mongioie (m.1520) a Pian Rosso.Dal rifugio partono due diramazioni per il Mongioie, la prima in direzione del Bocchin dell'Aseo (m.2292) con 2 ore e 15 minuti di cammino, la seconda per il Bocchin delle Scaglie (più ripido, m. 2325) consigliato eventualmente per la discesa, volendo fare un percorso ad anello.
Il sentiero comincia a salire sempre più ripido verso Pian dell'Olio (m 2090). Raggiunto il pianoro dove un masso ben squadrato chiamato "Pietra dello Scambio" ricorda che questa era un'antica via di collegamento tra la Liguria e il Piemonte. Si risale ora verso il Bocchin dell' Aseo (m 2292) e si percorre la gola che divide il Monte Rotondo (m 2497) e la Cima Revelli (m 2489) dal Mongioie(m 2630). Arrivati al Bocchin dell'Aseo si prende il sentiero a sinistra (cartello indicatore) porta sul Mongioie. Sono gli ultimi 400 m., i più faticosi anche perchè costituiti in prevalenza da scaglie di roccia friabile (questo il motivo per cui a inizio stagione conviene salire il pendio se ancora innevato). Risalendo si può scorgere in basso sul versante a nord il laghetto della Raschera (m 2110). Dopo circa 1 ora di cammino si raggiunge la cima a m 2630; se la giornata è limpida le fatiche sono ripagate dalla splendida vista che spazia dalle Alpi al Mare.
Discesa: Esistono due possibilità: la prima per il versante di salita, la seconda (soluzione consigliata solo con ottima visibilità) si seguono alcuni ometti di pietra che portano a ridiscendere dalla parte opposta a quella di salita in direzione del Bocchin delle Scaglie (m 2325), ad ovest del Mongioie, da dove ha inizio l'omonima gola. Un canalone di detriti che attraversa le Rocche del Garbo e la Cima delle Colme (m 2378) e finisce alle spalle del rifugio.
https://www.youtube.com/watch?v=OllHL4AHN5M&list=UUI3mrR-codcPKwE4xEkLwHw

05/05/2011

Pala Braccini Torino


Centro Arrampicata Sportiva
PalaBraccini

Orari:
Lunedì e Venerdì ore 17:00-23:00
Martedì, Mercoledì e Giovedì ore 10:00-23:00
Domenica ore
11:00-19:00 (da Novembre a Marzo)
via Paolo Braccini, 18 Torino centroarrampicatatorino.org

02/05/2011

Ferrata Nito Staich 1600 m.



Aerea ed impegnativa, molti i tratti verticali che aggirano spigoli esposti e pareti verticali a tratti strapiombanti, carina la risalita del pilone della funivia. Possibilità all'uscita della ferrata di raggiungere per cresta erbosa la sommità del Monte Tovo a 2230 m. Buon panorama sul percorso.



















Periodo: Maggio - Ottobre
Difficoltà:
Dislivello complessivo: 350 m.
Tempo complessivo:
Vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale Arrivati al Santuario proseguire ancora sulla strada oltre gli impianti della funivia per circa 1 Km. (direzione "Galleria Rosazza")In un tornante dove si trovano i ruderi di una cappella è possibile posteggiare l'auto.




















Descrizione: dal parcheggio con il sentiero D13 (indicazioni per la ferrata), in circa 30 minuti si raggiunge una piccola cappelletta dove su di un masso una freccia rossa indica l'inizio della ferrata, raggiungibile in 10 minuti risalendo la pietraia. Partenza subito verticale, per delle belle placche rosse, una traversata che termina su una parete verticale che porta ad un pilastro della funivia abbandonato. Si risale il traliccio per arrivare al primo ponte delle scimmie di circa 8 metri, che conduce dalla parte opposta. Si attraversa a destra fino a sbucare su un terrazzo erboso su un tratto senza cavi che raggiunge l'attacco di un bel diedro verticale ed aereo che a sua volta porta ad una aerea cengia. Poi alcune pareti e traversi che passano proprio sotto i cavi della funivia, dove occorre affrontare un tratto verticale su una bella placca liscia ma ben attrezzata, fino alla base di un torrione diviso dalla parete principale da un grande camino dove si trova il secondo ponte delle scimmie. Si risale la parete sovrastante, uscendo su una aerea traversata, che porta all'ultimo tratto della ferrata, il più duro, ma sicuramente il più interessante.Una serie di placche granitiche che portano sotto ad un tetto che va aggirato con un tratto esposto a sinistra. Ancora pochi metri e si arriva sul piccolo pianoro che segna la fine della ferrata, accanto al pilone della funivia.
Per il ritorno vanno seguiti i segni bianchi e rossi sulla sinistra che in circa mezz'ora riportano al parcheggio. Se invece si vuole proseguire per il Monte Tovo, si continua per l'evidente e semplice cresta erbosa, prima su evidenti tracce e poi con segnavia n.14. Con giornate terse, bellissimo panorama sulla pianura e sul Monte Rosa.