07/01/2013

Croce di Envie 1307 m.

La Croce di Envie è il punto più elevato del Mombracco, montagna simbolo per il saluzzese. Di questa montagna parlò già Leonardo da Vinci, che in uno dei suoi codici (oggi conservati a Parigi) descrive la posizione e le caratteristiche della pietra estratta, "la quale è bianca come marmo di carrara senza machule che è della durezza del porfido..." La pietra nominata da Leonardo è la quarzite, una roccia di colore giallo molto resistente, ancora oggi utilizzata in edilizia. Il Mombracco, nonostante la sua modesta altitudine, offre agli escursionisti un impagabile panorama sulle Alpi e sulla pianura cuneese, oltre che alla piramide incombente del Monviso. Escursione interessante adatta anche alle ciaspole.







































Località di partenza: Locanda della Trappa 923 m.
Arrivo: Croce di Envie 1307 m.
Dislivello: 384 m.
Difficoltà: E
Tempo di salita: 1,30 ore 
Cartografia: IGC n.6  1:50.000 Monviso
Accesso stradale  è possibile posteggiare nel parcheggio di fronte alla locanda.

































Descrizione: si prosegue sulla strada che diventa quasi subito sterrata lasciando la diramazione in discesa verso destra. Si entra così in un bosco di castagni e faggi poco oltre si incontra un tornante e le case del villaggio Belvedere; si sale ancora sino ad un punto molto panoramico sul Monviso. Incontrato un bivio si tralascia la strada a destra che porta al rifugio Mulatero e si prende il sentiero a sinistra che indica "Croce". Continuando si arriva ad uno slargo con una zona di abeti dove proseguendo dritto in salita, in pochi minuti si giunge alla cappella di vetta e ad un magnifico panorama. Andando oltre la cappella in una ventina di metri  si giunge alla croce 1307 m. Il rientro avviene per il medesimo percorso fatto in salita, oppure consiglio dalla cappella di scendere in 25 minuti al rifugio Mulatero (numerose panche per una sosta) e poi dal rifugio riprendere la strada che a mezza costa compie quasi il giro del Mombraccoricollegadosi poi al bivio con il segnale "Croce". Questa variante permette in poco più di un'ora di tornare all'auto e ad una eventuale sosta alla Locanda della Trappa.





















03/01/2013

Palazzina Sertorio 1454 m.

Il rifugio è ospitato in un edificio storico, la ex palazzina di caccia del Cavaliere Luchino Sertorio, costruita nel 1909. La Palasina, nome con cui l'edificio viene indicato in valle, fu teatro di aspro scontro durante la lotta di liberazione. Oggi, l'osservatorio è una confortevole costruzione in muratura a due piani che ospita il rifugio con possibilità di pernottamento e ristorazione. Si raggiunge a piedi percorrendo 4 chilometri circa di comoda strada sterrata. Quando il percorso è innevato è ideale per chi voglia avvicinarsi alle ciaspole. 




























Località di partenza: Forno di Coazze tornante 1150 m.
Arrivo: Palazzina Sertorio 1454 m.
Dislivello: 300 m.
Difficoltà: MR
Tempo di salita: 1,30 ore
Cartografia: IGC n.17 - 1:50.000  Pinerolo e bassa Valle di Susa
Accesso stradale  1 km. dopo il campeggio in un tornante sulla destra parte una strada poderale e sono ben visibili due bacheche. Si parcheggia l'auto in questo punto.







































Descrizione: lasciata l'auto si imbocca la strada poderale, percorrendola per 3,6 km., all'inizio del percorso è presente una fontana di recente ristrutturazione (Fontana del Biutun). Circa a metà del percorso si incontra l'oasi di Loja scura, con panchine e la cascata del torrente Sangone che ha eroso in modo particolare la roccia circostante. Percorsi i 3,6 km., si giunge a un bivio, si prende a  sinistra attraversando il torrente Sangone per poi risalire sulla sponda opposta, che conduce in breve al rifugio. Si rientra per il medesimo percorso di salita.



01/01/2013

I presepi di Pessetto


Questa è montagna difficile per viverci: versanti alti e ripidi, percorsi da frequenti canaloni valangosi, comunicazioni difficoltose con la bassa valle, tanto che un tempo erano assai più frequenti i rapporti con la val di Cogne, attraveso gli alti valichi della catena che scende dal Gran Paradiso. Sono solo alcuni dei motivi per cui qui lo spopolamento è stato più drammatico che altrove, ma gli emigranti (molti quelli passati in francia) ritornano sempre e molte case vengono ristrutturate e sottratte all'abbandono, e poi c'è...
C'è un paesino, nelle Valle Soana, più esattamente nel vallone di Forzo, che in questi ultimi tre anni sta attirando molti visitatori. Si chiama Pessetto, Pessey in patois valsoanino, e si trova ai piedi di una caratteristica cima rocciosa, la Guglia del Frate, e da alte e ripide pareti assai frequentate dagli appassionati di arrampicata. Dal 8 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013, è presente all'interno del paese un luogo fiabesco.Gli abitanti lo hanno trasformato allestendo davanti alle loro abitazioni ben 28 presepi, uno diverso dall'altro, dando libero sfogo alla loro fantasia creando un suggestivo percorso, utilizzando svariati materiali come: legno, pietre, fieno, stoffa, vetro e piccoli capolavori di lana realizzati all'uncinetto. Tale percorso, indicato da appositi cartelli, inizia dalla fontana, lungo la strada provinciale, dove, sul fondo della vasca, si scopre il primo presepe fatto di sassi. Si prosegue per i vicoli tra le baite in pietra, ammirando tutti i presepi esposti per finire  alla chiesetta, dove si trova l'ultimo presepe.
Accesso stradale Consigliata una sosta "all'osteria delle Alpi" di Forzo.