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Piacevole itinerario, vario e molto panoramico,
consente di osservare quasi i valloni e le montagne della Val Germanasca. Anche se il dislivello è modesto, lo spostamento è abbastanza lungo.
Località di partenza: Borgata Peyrone 1420 m.
Arrivo: Alpe Muret 1843 m.
Dislivello: 423 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.1 valli di Susa Chisone e Germanasca 1:50.000 Accesso stradale
Descrizione: Da Peyrone si prosegue sulla strada inoltrandosi in un bosco misto di pini, abeti e larici e si iniziando così un lungo mezzacosta in leggera salita che sarà la costante di tutto l'itinerario. Di tanto in tanto si aprono belle vedute sui valloni circostanti. Si arriva così nei pressi di una costruzione prefabbricata dove la strada smette di salire, proseguendo in leggera discesa e dove finisce la nostra gita. A questo punto (ma solo con neve sicura) chi volesse proseguire può raggiungere raggiungere il non lontano Colle Clapier (2010 m.), da cui ci si affaccia sul vallone del Bourcet. Si rientra lungo l'itinerario di salita.
Il colle del Prete è una meta invernali parecchio frequentata per il suo ridotto dislivello e la facilità di percorrenza. Si tratta infatti di un percorso lungo una strada sterrata. Rappresenta da secoli uno dei più importanti valichi tra la valle Varaita e la valle Po passando per il colle della Gilba. La gita non presenta un dislivello elevato, ma è piuttosto lunga, e bisogna tenerne conto prima di partire.
Località di partenza: Borgata Ruà 1536 m.
Arrivo: Colle del Prete 1716 m.
Dislivello: 180 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.6 - 1:50.000 MonvisoAccesso stradale con strada pulita si può salire ancora sino alla borgata Ruà dove è possibile lasciare l'auto in un piccolo parcheggio o a bordo strada appena oltrepassate le case. In caso di molta neve la strada potrebbe essere già chiusa a Becetto, calcolare quindi circa 150 metri in più di dislivello.
Descrizione: lasciata l'auto in borgata Ruà si prosegue sulla larga e pianeggiante strada sterrata. Nel primo tratto si costeggiano alcune case private utilizzate dagli allevatori durante la bella stagione. Il tracciato continua sempre su pendenze moderate sino al colle del Prete dove si trova una cappelletta in pietra con un altare. Da qui è possibile ammirare la valle Varaita con il Pelvo d'Elva e il sottostante vallone di Gilba. Il rientro si effettua per il medesimo itinerario.
Tangenziale di Torino, venerdì 25 gennaio ore 18...
Classico ritrovo a
bordo città per fuggire più in là, dove le valli danno il meglio di sè,
dove i palazzi smettono di occupare l'orizzonte e lasciano spazio alle
montagne. Più o meno bianche. Per gentile concessione
dell'organizzatore, le donne sono esonerate dalla guida. Mai capito se
sia semplice galanteria o assoluta, quanto fondata, sfiducia nella guida
femminile su neve. Le partecipanti apprezzano, e non sembrano alla
ricerca di disperate dimostrazioni di parità dei sessi, non oggi. Non
abbiamo certo fatto a meno del classico personaggio ritardatario, che
preso da crisi isterica da smarrimento tra Borgaro e Venaria, note
metropoli, ti urla al telefono "Voi andate, io non ce la farò mai!". Sì,
sì, il personaggio in causa non è maschile, perché, si sa, l'uomo in
auto non deve chiedere mai e non si perde mai. E se anche si perdesse,
direbbe che non viene perchè Belen l'ha invitato a cena. Ma la
solidarietà femminile fa miracoli, ripeschiamo la malcapitata in una
rotonda e via, siamo ancora in orario per l'appuntamento finale a Balme.
Venti lumini si muovono nel buio e nel freddo, qualcuno si conosce già,
qualcuno si conoscerà, qualcuno "Ma dai, ci sei anche tu?". Baci e
abbracci. La luna piena, il cielo terso, le luci frontali accese ad
accecare chiunque osi guardarti mentre smadonnando cerchi di chiuderti
le ciaspole. A ciaspole indossate, spegniamo la frontale: la luna e la
neve consumano meno. E saliamo, su una strada larga e battuta. Qualcuno
parte a scheggia, e lo vedrai solo in cima. Qualcuno ha paura a muovere i
primi passi: ammettiamo che iniziare la salita da un letamaio non è
propriamente geniale. Ogni tanto ci si ferma a guardarsi attorno, non
che questa valle sia la più bella del mondo, ma questa sera anche lei ha
il suo fascino. Allungo il passo per chiacchierare con uno, lo accorcio
per parlare con l'altra, tengo il mio e parlo con chi mi capita.
Un'oretta di chiacchiere e visi sorridenti ed eccoci arrivati:
Agriturismo la Masinà. Peccato per il lampione che proprio bene non sta.
Proseguiamo ancora un po', della luce artificiale oggi non ne vogliamo
proprio sapere. Il bosco, la neve, la luna. Due foto. Due "ooooooooo". E
poi il silenzio, il silenzio della montagna, il silenzio della natura,
il silenzio del "Cazzo son entrati tutti, non ci lasceranno niente da
mangiare!". Un improvviso disinteresse per la luna piena, un esagerato
desiderio di avere piena la panza: torniamo all'agriturismo a grandi
falcate. In fondo ci hanno aspettati. Il vino è abbondante, le porzioni
meno, ma per fortuna abbiamo chi non si fa troppi problemi e informa i
camerieri che il cibo "non basta", e viene ascoltato. Le donne sono un
po' distratte dalla sfilata PittiUomo che si sta accomodando al tavolo
vicino, ma prontamente la compagnia riguadagna il loro interesse: "Avete
notato che son tutti uomini? E che qualcuno ha anche l'orecchino?". No,
però abbiamo notato che noi stiamo ridendo di più. La cena va:
affettati, vitello tonnato, polenta e suatisa, polenta e spezzatino, la
concia, torte di mais o di cioccolato, il caffè, il pusa cafè. Venti
euro. Non male.Qualcuno si ferma a dormire lì, mentre gli altri
scendono, tirando gran pacche sulle spalle a chi ha organizzato la
serata, tenendo sempre alto il volume delle risate, alla faccia del
silenzio della luna e della neve.
Randagia, che tra un mese la luna è piena di nuovo... http://www.randagiconmeta.com/
Dettagli gita:
http://verticalemanontroppo.blogspot.it/2012/01/rifugio-citta-di-cirie-1850-m.html