E' sicuramente la più bella e impegnativa ferrata della Valle di Susa, impegnativa fisicamente, molto atletica, tratti ben attrezzati e altri arrampicabili, passaggi molto aerei, traversi e brevi strapiombi e quasi tutta su spigolo. Panoramicissima, da fare anche più di una sola volta.
Periodo: Giugno - Ottobre
Difficoltà: D+
Dislivello complessivo: 550
m.
Tempo complessivo: 4:30 ore
vie ferrate di Dario GardiolAccesso stradale Dal parcheggio salire alla cappella di San Gervasio e poi scendere all'attacco del ponte tibetano, superare l'attacco, continuare in discesa fino al torrente, attraversarlo e piegare a sinistra sino a quando si incontrano i cavi della via ferrata, molto evidente, posto pochi metri sopra il sentiero.
Descrizione: La primissima parte è costituita da un pilastro pressoché verticale, poi un traverso conduce all'interno di una caratteristica gola dove si superano in successione due enormi denti di calcare, con arrampicata sostenuta ed aerea, uscendo su di una cengia da cui ci si raccorda con il sentiero dei Bunker. Dopo alcuni tornanti si lascia il sentiero per voltare a sinistra e si attraversa in salita una fascia di rocce immersa nel bosco di larici, ancora un tratto di sentiero nel bosco conduce alla base della parete principale, ben visibile dalla strada che da Cesana sale a Claviere. All'inizio si sale su di uno zoccolo in parte vegetato, poi con scalata sempre più continua ed aerea si raggiunge il filo dello spigolo, che ora a destra ora a sinistra si segue fino a una bellissima cengia formata da un enorme blocco staccato nel vuoto. Un diedro verticale e molto esposto conduce fino a pochi metri dalla vetta che si raggiunge per breve canaletto, ancora qualche metro di sentiero fino ad un ultimo risalto roccioso attrezzato che conduce al punto più elevato. La discesa avviene per un sentiero poco tracciato in direzione ovest, con alcuni brevi saliscendi attraverso la lunga sommità boscosa della Rocca Clarì si raggiungono delle antiche postazioni militari, da cui per strada sterrata si scende in località “La Coche” ( impianti di sci) poi ancora lungo la sterrata verso l'abitato di Claviere.
Itinerario senza eccessive difficoltà se non per la lunghezza, richiede un minimo di orientamento per le segnalazioni non sempre chiare. Questa via passa nella zona di confine tra il Lago Gabiet e i ghiacciai non proprio "perenni" (visto lo spaventoso riscaldamento climatico) del versante meridionale del Monte Rosa. L'Hòchliecht (ted.Hohe Licht=Alta Luce) è una delle ultime propaggini della Piramide Vincent che apre uno splendido scenario sulle cime ghiacciate e sulla vallata, oltre che una curiosa campana posta sulla vetta!
Località di partenza: arrivo cabinovia del Gabiet 2342 m.
Arrivo: Alta Luce 3185 m.
Dislivello: 843 m.
Tempo di salita: 3 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.5, 1:50 000 Cervino e Monte RosaAccesso stradale al piazzale delle funivie dove è possibile posteggiare l'auto e prendere la cabinovia sino al Gabiet.
Descrizione: d
all' arrivo della cabinovia del Gabiet si intercetta il sentiero 6A o 7 e si sale debolmente fino al torrente Indren, dove si procede verso sinistra verso il Lago Verde 2609 m. Alla diramazione si procede verso destra sempre sul sentiero sent. 6A si attraversano così detriti e roccette, si raggiunge un torrente, lo si attraversa e si prosegue sino ad una nuova diramazione a circa 2830 m. Si procede sempre sul sentiero 6A sino ai resti del Rifugio Linty 3030 m., da li si sale verso sinistra il ripido pendio fino alla vetta dell' Hòchliecht. Si ritorna per lo stesso itinerario di salita, badando di mantenersi sufficientemente a sinistra scendendo i primi ripiani sotto i ruderi del rifugio.
Siamo in Haute Maurienne, appena al di la del Colle del Moncenisio, oltre a questa vi sono molte altre ferrate nelle vicinanze. Questa appare subito fredda e repulsiva, esposizione nord, quindi niente sole (da andarci solo se fa veramente caldo, oppure nel pomeriggio quando prende un po' di sole). Divisa in due parti: Le Pape, una mini ferrata, realizzata apposta per i bambini (breve e molto facile), porta alla Guy Favre, decisamente più interessante, molto carina la putrella da attraversare verso la fine della ferrata. Panorama molto bello sulla Vanoise e verso il Colle dell'Iseran.
Periodo: Giugno - Settembre
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 525 m.
Tempo complessivo: 3 ore
vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale: scesi dal Colle del Moncenisio, si prosegue per il Colle dell'Iseran, appena dopo Bessans, alla Chappelle de S.te Marie des Graces e dopo 1.5 Km a destra si vede il cartello della ferrata e il parcheggio.
Descrizione: dal parcheggio in brevissimo tempo si giunge all'attacco della ferrata. Qui volendo si può salire direttamente alla ferrata "Guy Favre" (seguire la segnaletica) oppure salire prima la piccola ferrata "La Pape" risalendo per circa un'ora su brevi risalti e un sentiero cablato e ripido arriva all'attacco. Inizio tranquillo, poi un camino e alcuni muri sempre verticali, si arriva ad una cengia erbosa, che conduce con un tratto in discesa ad un tronco di 6 metri di lunghezza per 20 centimetri di larghezza senza mancorrente, la "Passerelle de l'Aigle", sospesa su 300 metri di vuoto. Si prosegue per cenge e muri verticali, a tratti strapiombanti ma mai faticosi fino all'uscita della ferrata su una zona prativa e panoramica. Si ritorna al parcheggio con un sentiero sulla destra.