18/03/2013

L'uomo con la corda di Silvia Tessa

In collina si iniziano a vedere le primule, le giornate sono più luminose, c'è aria di primavera, c'è aria di ferrate. "Andiamo a fare la Brigue! E' tutta al sole". Hai iniziato l'anno scorso, non ha mai osato superare il livello D (difficile), lasciandolo per l'anno successivo. Eccerto, ma non intendevi per la prima ferrata dell'anno successivo! Peccato o fortuna, non hai letto la relazione tecnica, quindi non lo sai. Si paga l'ingresso all'azienda di turismo, 5 euro prezzo ufficiale, cui viebne applicato uno sconto su base simpatia, credo.

"Randa, devo prendere la corda?" Sì, certo. Che non si sa mai.

Si parte in verticale, ovvio, le ferrate non sono in piano. Sì, ma c'è verticale e verticale: questo ti sembra verticale tanto, ma sarà solo che non sei più abituata. Sali un po', l'allegria del paesaggio ti prende. Sali ancora un po', le braccia danno segni di affatacicamento. Una nicchia nel primo pilastro ti invita a sedertici dentro, come le statuina della bambina con l'agnellino che mettevi sulle montagne del presepio, e stava lì, fino a Natale. Pensi di stare lì, fino a Pasqua. Ma è un po' troppo presto per arrendersi, e non hai nessun agnellino da fare arrosto. Sali ancora un po', una vocina dentro ti dice "Dopo una stagione passata a tentare di allenare il fiato, vai a fare una ferrata dove servono le dimenticate braccia? Ma se vai a dare un esame di storia, prima ripassi inglese? Se vuoi farti segare, magari sì." E infatti a farsi segare sono le braccia. I battiti salgono, per il panico non per la fatica, il cuore si è spostato nelle narici. E' bastato un quarto d'ora, in cui non hai applicato nessuno dei trucchi imparati l'anno prima, per trovarti panata. Possibile che tu non abbia imparato niente? Sì sì, una cosa te la ricordi: attacchi il cordino corto, lasci giù le braccia, e stai seduta sull'imbrago urlando un "Raga, aspettate che non ce la fo di braccia!". Chi ti conosce meglio, annuisce e tace. Chi ti conosce meno, continua a fare incitazioni. Chi è più esperta, ti consiglia "Molla giù tutte e due le braccia, poi quando te la senti, levati veloce di lì che ti manca un cambio e sei fuori", e con andi materno aggiunge "Vuoi che ti venga vicino lui che ha la corda?". L'uomo con la corda e con la fiducia, mi comunica pacato "Ti aspetto qui!". Eh, arrivarci "qui". Gli avambracci, rossissimi, sono duri: il "cicin" che li caratterizza si è pietrificato. Minchia Randa, le gambe! Dovevi usare di più le gambe, ricordi? 'Ca troia, invece hai fatto la figa, un ferro dopo l'altro e su veloce. E mo? E mo stai lì appesa finchè il cicin si depietrifica. Ti aspettano, il tempo che ti serve, non ti mettono fretta, non ti mettono ansia, per questo adori i tuoi compagni di gita. Quando riprendi, sali gli scalini ricordandoti bene di metterci su entrambi i piedi e alzarti di gambe, tieni le braccia tese il più possibile, e vai su senza fermarti. Il cuore torna nella cassa toracica, gli occhi ridono, anche questa è fatta. "A posto Randa?" Eh si, un po' idiota ma a posto. Passato il primo pilastro le cose si semplificano, sempre esposta ma non così strapiombante, la ferrata percorre tutto il massiccio in traverso, per poi regalare una bella tyrollien, senza farsi mancare i ponti delle scimmie, nove in tutto, neanche necessari, ma messi lì per il divertimento delle masse. Tutti i ponti sono rivolti alla parete, tranne l'ultimo, da fare faccia a valle: come se servisse a mantenere l'equilibrio fissi quell'albero, sulla montagna innevata davanti a te, ma poi ti fai prendere, e lasci che lo sguardo spazi su tutta la valle, i piedi scandiscono un passo dopo l'altro, gli occhi una vetta dopo l'altra, un sorriso al cielo su e uno sguardo al paesino giù. All'arrivo uno ti dice "Sto ponte si sentiva nelle braccia". Dirà davvero o per prenderti per il culo? Non chiedertelo, ma soprattutto non chiederglielo. La ferrata continua ancora per alcuni traversi, e poi scende verso il sentiero. La roccia nei tratti più bassi, mista cespugli, un po' si sfalda, ma poco.Tutti entusiasti, andiamo a mettere le gambe sotto il tavolo, facciamo un tour per il paesino di Briga, che qualcuno valuta come possibile meta di una tre giorni romantica, e poi si rientra, con la tappa alla Venchi a Vernante.

Randagia, che tra fiato e braccia, è meglio allenare la memoria!
http://www.randagiconmeta.com/?q=content/luomo-con-la-corda

17/03/2013

Ferrata La Ciappea 1000 m.

Ferrata Molto Difficile, ma molto bella, conta ben sette ponti delle scimmie (l'ultimo da fare faccia a valle, lungo 30 metri) ed una lunga e intrigante tirollyen. Da fare. Finita la ferrata, consiglio di visitare La Brigue, il suo antico centro, le mura ed i ruderi del castello.

Periodo: tutto l'anno, tolto periodi nevosi
Difficoltà: MD
Dislivello complessivo: 240 m.
Tempo complessivo: 2:30 ore
Accesso stradale: dal tunnel di Tenda, Tenda, poi La Brigue (760 m.). Parcheggiare dopo il torrente sulla piazza con due chiese, accanto all'ufficio del turismo.
Vie ferrate di Dario Gardiol
Via ferrata a pagamento: Uff. del turismo, euro 4 individuale, euro 3 gruppi (6 persone), noleggiano materiale e puleggia per la teleferica tel. 0493.790934
 
  

Descrizione: dal parcheggio si risale fino al cancelletto della passerella che attraversa il torrente (le chiavi all'uff. del turismo). Poi un sentiero si innalza ripido e in 15 minuti si è all'attacco. Si attacca a destra di una cavità caratterizzata da una placca strapiombante (D+MD) e dal primo dei sette ponti delle scimmie. Si continua sul pilastro sempre con andamento verso sinistra, con tratti molto verticali alternati a tratti strapiombanti e tira braccia, fino ad arrivare in cima dove si trova la piattaforma per la teleferica, che aggetta in fuori dal pilastro sopra oltre 100 metri di vuoto per 120 metri di lunghezza. Il cavo è stato allentato per rallentarne un po' la velocità, per cui non occorre frenare par arrivare alla piattaforma dall'altra parte. Per chi non volesse fare la teleferica (come me), si prosegue (via di fuga) per sentiero e in 10 minuti si raggiunge il lato opposto dove inizia la seconda parte della ferrata. Di qui in poi è tutto un lungo traverso verso sinistra (decisamente meno impegnativo della prima parte) su placche spigoli e muri verticali attraversando i rimanenti 6 ponti delle scimmie, l'ultimo lungo 30 metri va fatto con la faccia rivolta verso valle, e porta con una discesa al termine della ferrata, dove con comodo sentiero si rientra in paese.


03/03/2013

Ferrate di Chianocco e Foresto

Il video della gita:
http://www.youtube.com/watch?v=0k5DAQ1W2Ik

Volevo vedere se almeno in questa stagione, era possibile evitare la doccia sulla ferrata di Foresto; invece no! Evidentemente è compresa nel prezzo della gita. Così sabato 2 marzo in compagnia di altri sette amici (tra cui il mitico Dario Gardiol) decidiamo di toglierci un pò di ruggine di dosso andando a percorrere queste due ferrate vicinissime a casa. La gionata è bella (spettacolare in alta montagna, è un pò di rimpianto c'è per no essere andato a ciaspolare). Si inizia con Chianocco, sempre perfetta, un unico neo: è troppo corta, allora la si fa anche al ritorno. Ci si rimette in auto (senza neanche togliere l'imbrago (tanto è vicino) e si arriva sulla piazza di Foresto e, vista l'ora forse è meglio mangiare un panino prima... Poi, via si guada il torrente, poca acqua (perfetto, oggi non ci bagnamo). Si prosegue sino alla marmitta dei giganti, un'occhiata e la certezza di non bagnarsi svanisce immediatamente. Infiliamo il K-Way e saliamo spediti; sarà la stagione, ma la sensazione non è delle migliori, e usciti fuori non c'è neanche il sole ad asciugarti. Si procede, alla cascata successiva si va via asciutti. Il tempo di arrivare in cima alla ferrata, un leggero venticello provvede anche ad aciugare la bianca chioma.
Qui sotto le relazioni delle due ferrate:
http://verticalemanontroppo.blogspot.it/2011/05/ferrata-orrido-di-chianocco.html 
http://verticalemanontroppo.blogspot.it/2010/09/ferrata-orrido-di-foresto.html