02/11/2013

Stadio Olimpico-Stupinigi-Candiolo

Visto il meteo poco favorevole per avventurarsi in montagna, scelgo questo itinerario in bici, dopo aver letto di un tratto di strada completamente chiuso al traffico, che taglia esattamente in metà il Parco di Stupinigi, per poi collegarsi a Candiolo.

















Il percorso più diretto, partendo dallo stadio Olimpico, ci porta da corso Agnelli, fino davanti alla Fiat Mirafiori, poi di li, immettendosi su corso Unione Sovietica, si continua dritti sino alla palazzina di Stupinigi. Volendo allungare un pò, è possibile passare da corso Cosenza (lo si incrocia in corso Agnelli), poi si prende via Pio VII e di li, passando dal parco Colonnetti si arriva sino a strada Castello di Mirafiori. Arrivati al Mausoleo della "Bella Rusin", si passa davanti all'ingresso e si prende a destra una stradina che in discesa dopo l'attraversamento di un ponte sul fiume Sangone, porta al Parco del Boschetto e l'omonimo quartiere. Si gira a destra su via XXV Aprile e si passa sul cavalcavia della tangenziale arrivando in viale Torino, in vista (sulla sinistra) della Palazzina di Stupinigi.














A questo punto, dopo avere preso un caffè al bar vicino alla Palazzina, ci sono due possibilità. La prima (decisamente più pericolosa, la consiglio solo con scarso traffico) consiste nell'immettersi sulla rotatoria e di percorrerla, prestando molta attenzione agli svincoli, per arrivare esattamente sul lato opposto della Palazzina, dove si trova la strada chiusa al traffico (lunga 5 km.) che porta a Candiolo.













La seconda alternativa (decisamente meno pericolosa), passa per stradine secondarie. Si deve rintracciare una stradina che parte sulla destra di una cascina (attraverso un porticato, 50 m. circa prima di arrivare al bar), dove la ciclabile continua e attraversa il centro abitato, per portarsi poi all'interno di un bosco. Attraversato il bosco, si arriva sulla rotatoria, la si attraversa e si entra nel parco vero e proprio. Di qui, una miriade di stradine (tutte sterrate, ma abbastanza agevoli) non ancora (a mio avviso) ben segnalate, si addentrano nel parco. A questo punto cercado di fare riferimento alla palazzina si dovrebbe intersecare la strada asfaltata.













Calcolato a spanne, il percorso va dai 12 ai 15 km., a seconda del percorso scelto, e il rientro si fa per uno dei due itinerari.

27/10/2013

Laietto 1519 m.



 Il Laietto, raggiungibile seguendo una comoda e facile stradina sterrata, è la tipica borgata di media montagna delle Alpi Occidentali, tanto che un suo plastico si trova esposto presso il Museo della Montagna di Torino. Purtroppo al momento le abitazioni versano in cattive condizioni. Dal Laietto e durante la salita buon panorama sulla Valle di Ala. 




















Località diartenza: Martassina 1202 m.
Arrivo:  Laietto 1519 m.
Dislivello: 317 m.
Tempo di salita: 1 ora
Difficoltà: T
Cartografia: IGC. n.2 1:50.000 Valli di Lanzo e Moncenisio
Accesso stradale nell'ampio piazzale del Santuario si può comodamente parcheggiare.
































Descrizione: dal piazzale si prosegue per alcune decine di metri sulla provinciale in direzione Balme fino a che essa non scende verso sinistra. Si va allora destra imboccando una strada sterrata che inizialmente sale in un boschetto, non lontano da un rio. Alcune svolte e si esce su terreno più  panoramico, con dei casolari ancora utilizzati in estate e dominati dalla mole dell'Uja di Mondrone. La strada prosegue oltre gli edifici e rientra nel bosco, particolarmente suggestivo in autunno. Si affronta ora un lungo tratto di salita nel bosco con numerose svolte, su pendenza moderata e regolare. Superata una cappella votiva, si affronta ancora un tratto di salita e si esce dal bosco dove  la strada termina. Salire ancora un tratto e raggiungere le case di Laietto 1519 m. dove si trova la chiesetta dedicata a San Vito. La discesa si effettua per il medesimo percorso.



















20/10/2013

Colle Lazzarà 1595 m.

Interessante gita tipicamente autunnale, ma molto bella in inverno con le ciaspole o sci-alpinismo.
Si trova tra la Val Angrogna e la Val Germanasca; la sua posizione, molto vicina alla pianura, offre una visuale sulla stessa. L'escursione, sempre su strada poderale, è tranquilla e piacevole. Nel periodo estivo la zona chiamata Laz Arà, ospita i bovini che salgono da San Germano, il cui latte viene utilizzato per la produzione del formaggio "Sairas del fen" che qui ha le sue origini. Dal Colle Lazzarà, ampio e panoramico, è possibile, volgendo verso destra  su sentiero di cresta, toccare la sommità del Truc Lausa.
























Località di partenza: Area pic-nic 1230 m.
Arrivo:  Colle Lazzarà 1595 m.
Dislivello: 365 m.
Tempo di salita: 1:15 ore 
Difficoltà: T
Cartografia: IGC. n.1  1:50.000 Valle di Susa Chisone e Germanasca
 Accesso stradale dal centro del paese, si segue l'indicazione a sinistra per Colle Lazzarà, si superano diverse case, fino a giungere alla zona pic-nic dove si posteggia.





















Descrizione: si continua sulla sterrata che sale nel bosco. Si lascia un laghetto sulla sinistra, zona attrezzata con tavoli, si incontra un bivio dove si prosegue a destra, sempre sulla strada principale. Usciti dal bosco alla vista del possente Gran Truc, cima che domina l'intera valle piemontese, si arriva nei pressi di un agriturismo  poco sopra l'alpeggio di Laz Arà. Dopo un tratto pianeggiante si passa accanto al tornante da dove parte il sentiero per il Gran Truc e con un ultimo tratto di salita, si arriva al Colle Lazzarà, un ampio pianoro anche in questo caso attrezzato a pic-nic. Sul alto opposto, si può ammirare la Val Germanasca e, voltandosi, tutta la pianura piemontese.
Si rientra per il medesimo itinerario.

29/09/2013

Sentiero delle Carbonaie


Tra i lavori della montagna che testimoniano una secolare esistenza di duro lavoro c'era quello dei carbonai. Per numerosi secoli fino ai primi del '900, i boschi italiani furono luogo di lavoro per molti di questi "artisti del fuoco". Il carbone prodotto veniva trasportato verso le città per gli usi più disparati. Quella della carbonaia era una tecnica molto usata in passato in gran parte del territorio alpino, subalpino e appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete, larica, frassino, castagno, cerro pino e pino mugo in carbone.
Nonostante questa tecnica abbia subito piccoli cambiamenti nel corso dei secoli, la carbonaia ha sempre mantenuto una forma di montagnola conica, formata da un camino centrale e altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell'aria. Il procedimento di produzione del carbone sfrutta una combustione imperfetta del legno, che avviene in condizioni di scarsa ossigenazione. (fonte Wikipedia)








Il percorso che dalla località Talucco (famosissimo per i suo “tomini”) conduce fino a Casa Canada (ex Rifugio Melano), è molto ben fatto, e spiega attraverso ricostruzioni e pannelli descrittivi come venivano costruite le carbonaie. Questo è un viaggio nel passato per non dimenticare i duri mestieri che i nostri vecchi hanno sviluppato e migliorato in secoli di storia.













Località di partenza: Talucco 776 m.
Arrivo: rifugio Casa Canada 1061 m.
Dislivello: 285 m.
Tempo di salita: 1:45 ore 
Difficoltà: E
Cartografia: IGC. n.17 1:50.000 Torino Pinerolo e bassa Valle di Susa
Accesso stradale


























Descrizione: Arrivati in località Talucco (776 m.) si lascia l'auto nei pressi della chiesa e si percorrono pochi metri a piedi fino alla palina che indica la partenza sulla destra dell'ecomuseo che conducono alla piccola borgata di Borgogna. Si mantiene il sentiero che sale a fianco di un prato e porta poi in un bosco, detto il “bosco dell’Impero”. Da qui seguendo sempre i segnavia e i cartelli in legno che indicano le carbonaie, si incontrano via via le ricostruzioni delle stesse con i relativi pannelli informativi, sino ad arrivare al colle Ciardonet (1094 m.). Da qui si scende seguendo le indicazioni per casa Canada che in altri 20 minuti per strada o per sentiero conducono all’ultima carbonaia, posta proprio sotto il rifugio (1061 m.). Il ritorno si effettua per lo stesso percorso, oppure arrivati al colle Ciardonet si scende direttamente alla frazione Brua, e di li su strada asfaltata si ritorna a Talucco.






15/09/2013

Pista ciclabile da Sanremo a San Lorenzo al Mare

La pista ciclabile che va da Sanremo a San Lorenzo al mare nel Ponente Ligure è una splendida passeggiata ciclo-pedonale, ed è anche la pista sul mare più lunga d’Europa, inaugurata nel 2008 ed è lunga 24 Km. Il percorso asfaltato occupa la sede della vecchia ferrovia sulla linea Genova-Ventimiglia. Corre vicino al mare con scorci molto belli sulle spiagge (che si possono raggiungere tranquillamente con brevi digressioni) e sulle montagne Liguri. Si possono affittare le biciclette in diversi punti, a Sanremo, ad Arma di Taggia, a Riva Ligure o a Santo Stefano e ci sono diversi bar dove fare delle soste. Presto sarà collegata con Ospedaletti, manca solo il tratto in galleria tra le due località. Il progetto complessivo prevede il collegamento con Finale Ligure per circa 70 Km. di pista sul mare. E' inserita in un ambiente splendido con bellissimi panorami, tra giardini e piccoli borghi marinari ricchi di storia, di beni culturali, interessanti musei e chiese barocche. Il percorso, facile e pianeggiante è fattibile da tutti con qualsiasi bicicletta, consigliato alle famiglie, utilizzabile da pedoni e ciclisti in ambedue le direzioni.


















31/08/2013

Ferrata di Foresto




Dopo tre settimane di mare era troppa la voglia. Complice il meteo non proprio favorevole di questi giorni, la scelta della ferrata di Foresto si è rivelata giusta. In questo periodo (forse il migliore) la portata d'acqua delle cascate è al minimo, quindi si sale in tutta tranquillità senza doversi bagnare. Poi vuoi mettere la vicinanza a casa?

Il video della ferrata:
http://www.youtube.com/watch?v=Vir16WAu1Nw&feature=youtu.be 
La relazione della ferrata
http://verticalemanontroppo.blogspot.it/2010/09/ferrata-orrido-di-foresto.html

28/07/2013

Refuge des Evettes 2591 m.

Breve escursione che conduce al rifugio des Evettes e ad alcuni laghetti, posti a breve distanza dal rifugio, da dove è possibile ammirare l'impervia catena spartiacque nel tratto che separa la Val Grande di Lanzo dalla Valle dell'Arc. Notevole la mole del versante settentrionale dell'Albaron di Savoia e della Piccola Ciamarella. Da vedere anche alla partenza le belle case di l'Ecot.




















Partenza: l'Ecot 2027 m.
Arrivo: rifugio des Evettes 2591 m.
Dislivello: 564 m.
Tempo di salita: 2 ore 
Difficoltà: E
Cartografia: IGC. n.2 1:50.000 Valli di Lanzo e Moncenisio
Accesso: raggiungere Lanslebourg-Mont-Cenis passando dal colle del Moncenisio (valico estivo) e proseguire lungo la carrozzabile che risale la valle dell'Arc verso il colle d'Iseran, superando i paesi di Lanslevillard e Bessan. Giunti a Bonneval dove, in prossimità del tornante dove inizia la salita verso il colle  si abbandona la strada principale e si va a destra per una stretta carrozzabile in direzione di l'Ecot.  Parcheggio abbastanza grande.















Descrizione: poco sotto le case di l'Ecot si diparte un sentiero che risale il versante destro della valle. Salendo prima in direzione sud ovest, poi piegando in direzione sud est, il sentiero risale dossi di rododendro, mantenendosi sempre alquanto lontano dalla parete della Ouille du Midi. Arrivati al Plan des Roches si incontra un bivio, dove conviene prendere la traccia di sinistra (sentiero meno ripido) che si ricongiungerà con l'altro poco più avanti. Si arriva così al Col des Evettes (2561 m.), il sentiero ora piega a sinistra e raggiunge in pochi minuti l'edificio dal tetto piatto che costituisce il rifugio. I laghetti sono posti immediatamente sotto il rifugio. Rientro per il medesimo percorso.