13/09/2010

Ferrata Aiguillette du Lauzet 2611 m.

Questa è una delle prime vie ferrate in Francia, non difficile, abbordabile da molti, in quanto non vi era ancora il concetto di creare passaggi atletici. La via infatti sfrutta una serie logica di cenge trasversali con andamento da sinistra verso destra, anche per non intaccare troppo le vie alpinistiche che sono presenti sulla parete. Infatti siamo nel gruppo dei Cerces, dove sono molte le vie alpinistiche nella zona. Pertanto la ferrata si sviluppa in ambiente prettamente alpino, quindi più soggetto ai pericoli della montagna (scarica di pietre, temporali da cui non è facile ripararsi con una rapida fuga). Il panorama è semplicemente stupendo e la via di grande soddisfazione.



Periodo: Giugno - Ottobre
Difficoltà: AD
Dislivello complessivo: 900 m.
Tempo complessivo: 6 ore
Accesso stradale parcheggio del Pont-de-l'Alpe dove si lascia l'auto.













Descrizione: dal ponte si prende la mulattiera che sale all'Alpe du Lauzet in 45 minuti circa, per poi proseguire verso il Colle di Chardonnet (avendo l'Aiguillette a destra) e dopo 15 minuti salire a destra su cenge erbose dove inizia la ferrata (cartello indicatore). La via sale con andamento da sinistra a destra attraversando tutta una serie di cenge alla base della parete dell' Aiguillette du Lauzet. Questa è la parte nella quale bisogna prestare più attenzione data la friabilità del terreno,  quindi prestare attenzione nel caso vi siano altre cordate sopra o sotto. Si continua a salire sempre in diagonale e si trova una scala appoggiata alla parete, da qui inizia la parte più interessante. Un traverso e poi una decisa discesa portano all'interno di una curiosa fessura, abbastanza stretta dove le taglie grandi devono per forza togliersi lo zaino. Si sale poi ad una sella su varie placche e un canale pietroso e ripido. Ancora un tratto attrezzato a destra ed in breve tempo si tocca la cima. Il panorama è meraviglioso sugli Ecrins e il Brianconese, ma il panorama è bello durante tutto il percorso della ferrata, con la possibilità di avvistare numerosi stambecchi. Per la discesa occorre
ritornare al colle e seguire il sentiero che scende sul versante opposto alla salita, all'altopiano "Le Pervou" a 2430 m. Da qui il sentiero scende ancora rapidamente sul versante Ovest e, con una serie di tornanti arriva ad incrociare il "Chemin du Roy" ritornando così all'Alpe du Lauzet e all'auto.

06/09/2010

Ferrata Orrido di Foresto 740 m.

Si trova in uno dei santuari dell'arrampicata valsusina degli anni '80. Si percorre la  forra intagliata nel fianco della montagna, tra pareti strapiombanti, cascate e pozze cristalline. Ambiente è tetro e spettacolare allo stesso tempo, il torrente scorre impetuoso e rumoreggiante sul fondo del canyon. I fianchi dell'orrido ripidi e verticali non offrono nessuna via di fuga, rendendo così il percorso decisamente emozionante e bellissimo. Note: Assolutamente non va percorsa dopo abbondanti piogge o temporali e durante lo scioglimento delle nevi, in quanto la portata d'acqua nel canyon la renderebbe molto pericolosa e impercorribile.

Periodo: tutto l'anno (nei mesi invernali il percorso può presentare tratti ghiacciati)
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 254 m.
Tempo complessivo: 3 ore
Accesso stradale  parcheggiare nel paesino di fronte al monumento ai caduti.




















Descrizione: dal parcheggio si attraversa il torrente e si risale verso l'evidente spaccatura dell'orrido raggiungendola in pochi minuti. Entrando nell'orrido si noteranno sulla sinistra i ruderi dell'antico Lazzaretto dei lebbrosi e gli spit delle molte vie di arrampicata. C'è anche il cartello descrittivo della ferrata (il disegno non corrisponde alla realtà, in quanto in questo ultimo anno 2010 sono state apportate notevoli modifiche al percorso, aggiungendo tre nuovi ponti tibetani e rendendo così il percorso più sicuro e logico). Si inizia con un facile traverso fino a raggiungere il primo ponte tibetano, abbastanza lungo e ballerino. Segue un ulteriore traverso leggermente più impegnativo che porta al secondo ponte tibetano, si entra così nella gola sempre più stretta fino all'anfiteatro, dove si deve salire un muro atletico e un leggermente strapiombante di una trentina di metri, che passa molto vicino alla seconda cascata (nel caso sia abbondante la portata d'acqua, la doccia è assicurata). Si giunge poi facilmente alla terza cascata, salendosi a fianco su un tratto verticale e leggermente strapiombante, arrivando così al terzo ponte tibetano e alla quarta cascata. La gola si fa ora più ampia e luminosa, si sale ora con più facilità arrivando alla fine della ferrata. Dal termine della della ferrata, per sentiero sulla sinistra seguire il cartello per Foresto.