30/08/2010

Pan di Zucchero (Pain de Sucre) 3208 m.

Il Pan di Zucchero presenta un aspetto molto diverso, a seconda che lo si guardi dal versante francese o da quello italiano: da quest'ultimo si mostra come una montagna estremamente precipite, e pericolosa, in tutto simile alle vicine Rocca Rossa (m.3185) e il Pic d'Asti (m.3219): dal versante francese invece, la  forma è simile ad un cono regolare ed armonico, assai invitante per l'escursionista. Molto frequentata dagli escursionisti di entrambi i paesi, costituisce una "classica" che non dovrebbe mancare al collezionista.

Località di partenza:
Colle dell'Agnello (m.2748)
Arrivo: Pan di Zucchero 3208 m.
Dislivello: m.460
Tempo di salita: 1:30 ore
Difficoltà: EE
Cartografia: IGC. n.6 1:50.000, Monviso. 
Accesso stradale dove è possibile salvo grande affollamento, parcheggiare l'auto.


Descrizione: l'asciata l'auto si imbocca il sentiero, stretto ma ben evidente, che tenendosi sul versante francese, che costeggiando lo spartiacque, porta in breve a toccare il Colle dell'Agnello Vecchio (m.2785), si continua poi con moderata salita l'avvicinamento alla nostra meta.
A metà circa del percorso, piega verso sinistra raggiungendo Le Camp Espagnol (m.2869), conca caratteristica che va lasciata a sinistra, così anche il sentiero che prosegue verso il Col Vieux,  mentre il nostro percorso volge a destra su una traccia abbastanza evidente, con pendenza ora più impegnativa, si risale un canalone fino a uscire sulla cresta, leggermente aerea, che con pendenza costante conduce in vetta. Il panorama è grandioso, comprende
nte anche la curiosa Crète de Tailante (m.3197), la vicinissima Rocca Rossa e la mole formidabile del Monviso. Seguendo il percorso di salita si rientra all'auto.

09/08/2010

Fourchon 2902 m.

Vetta molto panoramica, posizionata sul confine tra Italia e Svizzera. In virtù della sua posizione tra la Val Ferret e il Gran San Bernardo, nelle giornate terse è possibile ammirare un panorama grandioso sulle Gran Jorasses e il Gran Combin. La salita con un dislivello contenuto non presenta particolari difficoltà, bisogna comunque prestare attenzione nell'ultimo tratto al terreno friabile. Gita da intraprendere in estate e autunno in assenza di neve; essendo una zona alquanto selvaggia non sono improbalibi incontri emozionanti di questo tipo.


















Località partenza: Montagne Baus 2370 m.
ArrivoMonte Fourchon 2902 m.
Dislivello: 532 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.4  1:50.000 Monte Bianco
Accesso stradale: autostrada Torino-Aosta, uscire ad Aosta e proseguire per il Gran San Bernardo
(valico estivo e non traforo) sino alla località Montagne Baus (piccolo alpeggio) a circa 1 Km. dal colle prima dell'ultima galleria.




















Descrizione: dal parcheggio, si imbocca il sentiero per il Col Fenetre che passa a fianco del piccolo alpeggio e ci si addentra in un piccolo valloncello attraversando poi un corso d'acqua. Dopo una ventina di minuti ad una quota di 2500 m. circa si incontra un bivio (prestare attenzione) che piega a sinistra, (continuando dritti si va al Col Fenetre). Si risale per tracce di sentiero, in alcuni tratti è segnalato come 13C. Si risale il sentiero seguendo gli ometti sino a portarsi ad una conca pietrosa, da dove appare evidente la nostra cima. Percorrendo la conca, diventano visibili due percorsi di salita, uno a destra più diretto e arrivati alle roccette diventa molto più esposto, ed il secondo che taglia la parete da sotto verso sinistra (consigliato) che ci porta a risalile la più facile dorsale della montagna. Si ritorna per l'itinerario di salita.

06/08/2010

Tutta colpa del Paradiso


Questo è un percorso molto piacevole, semplice e panoramico con una grande veduta sulle cime e sui ghiacciai del Monte Rosa e Cervino. Può essere anche percorso in parte, fino a dove si preferisce, o si riesce, o ancora modificarlo a proprio piacimento.
Nel mio caso ho fatto due percorsi partendo sempre dal Crest, il primo (che che chiameremo percorso 1) per arrivare sino al lago Contenery, il secondo (che chiameremo percorso 2) partendo sempre dal Crest per arrivare sino al rifugio Paradisia al Taconet.
Accesso: autostrada Torino - Aosta uscita Verres, direzione Valle D'Ayas, Chapoluc
Descrizione: il nostro itinerario inizia da Champoluc, si prende il primo tratto della telecabina per il Crest (8 euro A/R). Dall'arrivo della telecabina si prende una strada sterrata sulla sinistra, dopo un breve tratto la strada si divide, il sentiero di destra porta al lago Ciacerio, quello di sinistra al rifugio Paradisia al Taconet.Percorso 1: il sentiero attraversa una zona di bosco non fitto e si ricongiunge poi ad una pista da sci. Questo primo tratto ci porta al lago Saler o lago delle Rane, si continua sempre su comoda sterrata incontrando più avanti un altro laghetto. A questo punto si ha già un buon panorama su tutta la valle D'ayas e sullo Zerbion in lontanaza, nonchè sul Cervino, la Gobba di Rollin e sul Breithorn. Per migliorare ulteriormente il panorama sulla valle e sulle montagne circostanti, si può salire al vicino Belvedere (con annesso rifugio) che si trova sulla sinistra del lago, punto di arrivo di una seggiovia (grande ometto di pietre sulla cima).
Dal Belvedere si riprende la strada che in discesa porta al lago Contenery, da dove parte la seggiovia che porta al Belvedere (ore 1:30 dal crest).
A questo punto non avendo a disposizione una cartina geografica attendibile (quella in dotazione alla cabinovia è alquanto scarna) non ho continuato per il lago Ciacerio, che comunque dovrebbe trovarsi alla fine del salitone (visibile dal lago Contenery). Dal Belvedere ho però intravisto una traccia di sentiero che partendo
dalla seggiovia taglia sulla sinistra per poi ricongiungersi probabilmente al Taconet e quindi collegare i due percorsi ad anello, tale anello è sicuramente collegabile anche dal lago Ciacerio.

Percorso 2: sempre dal Crest continuando sulla s
trada sterrata con numerosi saliscendi si arriva alla graziosa frazione di Soussun, si continua sulla strada per alcuni tornanti sino ad un bivio. Tralasciare quello di sinistra che scende, salire ancora un paio di tornanti sino ad arrivare al Taconet che troviamo alla nostra sinistra, conosciuto anche come rifugio Paradisia, diventato famoso dopo le riprese del film "Tutta colpa del Paradiso" con F. Nuti e
O. Muti (m.2075 ore 1 dal Crest)

03/08/2010

Rocciamelone 3538 m.

Questa montagna,ritenuta per lunghissimi anni come la più elevata delle Alpi Cozie, è stata salita per la prima volta da Bonifacio Rotario d'Asti il 1° settembre 1358, per adempiere ad un voto fatto quando era prigioniero dei Turchi. Salì sulla vetta del Rocciamelone portandovi un trittico di metallo finemente inciso, conservato attualmente nella cattedrale di Susa. Alla storica salita è legata anche la prima costruzione di un ricovero, il Cà d'Asti, eretto con il preciso scopo di favorire la salita alla vetta. In prossimità della cima furono erette varie cappelle, l'ultima delle quali, costruita in muratura a cura della Giovane Montagna di Torino, ha ai lati due locali, uno dei quali sempre aperto e costituisce il rifugio Santa Maria con 15 posti letto. Sul culmine una grande statua della Madonna inaugurata il 28 agosto 1899, dovuta come ricorda la targa sistemata sul basamento, alle offerte di 130.000 bambini italiani. L'itinerario descritto percorre la cresta S-S-O assolutamente priva di pericoli nella stagione estiva, fattibile in giornata ma consiglio di spezzarlo in due giorni pernottando al rifugio Cà d'Asti per poterlo apprezzare meglio. Panorama grandioso.
Località di partenza: La Riposa 2205 m.
Dislivello 1° giorno: 650 m.
Dislivello 2° giorno: 684 m
Tempo di salita 1° giorno: 2 ore
Tempo di salita 2° giorno: 2:30 ore
Difficoltà: EE
Cartografia: IGC n.1 1:50.000 Valle di Susa Chisone e Germanasca
Accesso stradale















Descrizione: Lasciata l'auto nel parcheggio sull'ultimo tornante prima di arrivare alla Riposa, si prende il sentiero segnato che si snoda per l'ampia e ripida costola erbosa e con sentiero sempre ben segnalato si raggiunge il rifugio in circa 2 ore.
Secondo giorno: Dal rifugio seguire il sentiero che sale poco discosto dal filo di cresta, sugli sfasciumi del versante orientale, a raggiungere la spalletta dove c'è un pilastrino di pietre sormontato da una piccola croce, la Crocetta 3306 m. (1:30 ore). Il sentiero finora assai ripido prosegue a minore inclinazione attraverso il versante S-E; giunto sotto la vetta (tratto attrezzato con corde), riprende a salire decisamente e con alcune svolte tocca la sommità (1 ora circa).
S i rientra seguendo l'itinerario di salita.