18/12/2009

Forte Varisello


Il Forte Varisello, edificato negli anni Settanta del XIX secolo (terminato probabilmente tra il 1887 e il 1890), si trova sulla riva sud-est del lago del Moncenisio, a 2.118 metri di quota. Presenta una pianta pentagonale, su 2 piani, circondata per gran parte del perimetro da un fossato. Nelle mura si trovano delle aperture: le feritoie più piccole erano utilizzate dai fucilieri, mentre le aperture più grandi costituivano le cannoniere equipaggiate con pezzi da 9 AR/Ret; aveva in ogni caso possibilità di fare fuoco in tutte le direzioni. È possibile entrare nella costruzione passando attraverso l'unico imponente portone che si affaccia sul Piemonte, attraversando il ponte levatoio che sovrasta il fossato perimentrale: all'interno si trova la caserma su due piani, al centro del cortile, dove alloggiavano i soldati del presidio. Una rampa dava accesso al piano inferiore.
Il forte è stato disarmato all'inizio del 1900 e poi utilizzato come magazzino logistico. Intorno al 1910 fu impiegato come bersaglio per testare nuovi proiettili di artiglieria.

Accesso: Torino-Susa, SS25 del Colle del Moncenisio. Nel periodo invernale l'accesso stradale al Colle è vietato; si può arrivare con l'auto sino alla Piana di San Nicolao (vicino ad un allevamento di cani da slitta) subito sotto "Le Scale del Moncenisio).
Descrizione:
Lasciata l'auto ci si incammina lungo la strada (ma conviene tagliare i tornanti dove è possibile) e si punta dritto al Colle. Arrivati al colle si và in direzione del paesino con chiesetta (molto visibile) e si punta in direzione dello sbarramento della diga. Il Forte è già visibile in alto sulla sinistra, senza percorso obbligato si punta nella sua direzione attraversando più volte la strada di accesso. Dal posteggio calcolare 1 ora e 30 circa.
Con giornate di bel tempo il panorama è eccezionale.

07/12/2009

Rifugio Selleries 2023 m.

Si trova nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè nella conca dell'Alpe Selleries, aperto tutto l'anno, oltre ad un'ottima accoglienza e  ad un ottimo ristoro, consente un'escursione piacevole e panoramica, interamente su strada poderale mai ripida con esposizione solatia su tutto il percorso.
Località di partenza: ex sanatorio Agnelli 1650 m.
Arrivo: rifugio Selleries 2023 m.
Dislivello: 373 m.
Tempo di salita: 2:30 ore
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.1 1:50.000 Valle di Susa Chisone e Germanasca
Accesso stradale all'ex sanatorio Agnelli dove la strada è chiusa e dove è possibile posteggiare.
Descrizione: Parcheggiata l'auto all'ex sanatorio, seguire la strada che con un ampio tornante si inoltra nella foresta di pini marittimi. Questa prima parte dell'escursione è dominata dal forte San Carlo sul costone Sud-Ovest dell'Orsiera. Superato il bivio con il forte sulla sinistra proseguire nel bosco di larici con un falsopiano che conduce a Pra Catinat, stupendo altopiano di pascoli che in estate gode di un'eccezionale fioritura. Al bivio prima della fontana, prendere la strada a destra che attraversa un ampio pianoro a balconata sulla valle. Con due ripidi tornanti si guadagna quota tanto da giungere in vista delle Bergerie Jouglard (m. 2047) alle quali si arriva prestando molta attenzione allo scivolo di neve che proviene dall'Orsiera sulla sinistra il quale necessita di neve sicura. Superate le baite, un breve mezzacosta consente di arrivare nella conca dove si trova il Rifugio Selleries a quota 2023 m. LOrsiera a sinistra e la punta Cristalliera a destra dominano lo stupendo vallone. La discesa si effettua per il medesimo itinerario fatto in salita.


29/11/2009

Arrampicare a Monpellato

Accesso stradale Superato il piazzale prendere la strada a sinistra, raggiunto un bar-ristorante, proseguire per strada sterrata sino al suo termine (ampio spazio di parcheggio). 
Descrizione: proseguire in leggera discesa piegando poco dopo a sinistra (masso con indicazioni) inoltrandosi nella bellissima faggeta seguendo i bolli rossi. Arrivati ad un bivio abbandonare i bolli rossi che portano alla borgata e proseguire a destra (cartello Palestra di Roccia) mantenere il sentiero che ad un certo punto si inerpica fino al settore principale della Palestra. Questo è il settore "Primo Torrione" dove si trovano una ventina di vie alquanto impegnative. Proseguire oltre la pietraia e oltrepassato un ruscello si giunge alle "Placche del Fontanino" e alcuni metri dopo si trova il "settore del Sole Nascente"












Note: I due settori sono decisamente meno impegnativi rispetto alle vie del "Primo Torrione", quindi sono molto adatte per muovere i primi passi sulla roccia da capo cordata. A tale scopo il "settore del sole nascente" è ancora più indicato essendoci difficoltà sul 3°.
Queste ed altre informazioni (da cui ho ricavato la relazione) si possono trovare sul sito: www.arrampicareneltorinese.com

16/11/2009

Arrampicare a Montestrutto

Caratteristiche: Montestrutto ha alcune caratteristiche particolarmente favorevoli, posto tranquillo immerso nel verde con avvicinamento nullo ben esposto a sud sud-ovest; adatto a tutti e frequentabile tutto l'anno con numerosi itinerari sia facili che difficili. Le vie variano dai 10 ai 35 metri, quasi tutti monotiri con qualche itinerario di due o tre lunghezze. Il sito conta sino ad ora 90 vie (marzo 2009). Tutte le vie sono attrezzate con fittoni resinati e soste a catena con moschettone di calata fisso.
Accesso stradale
Considerazioni: Sono stato a Montestrutto questa domenica 15/11/09 ed ho percorso solo due vie "Orsa Minore" e "Orsa Maggiore" con lunghezza di 30 e 35 metri (quindi con corda da 60-70 metri ci si può esercitare con delle calate in corda doppia) e con difficoltà di 3° e 3°+. Essendo oramai note le mie modestissime capacità arrampicatorie, posso dire che sicuramente è un posto adatto anche ai principianti, i quali vogliano iniziare ad arrampicare come primi di cordata. Per le due vie citate, essendo le protezioni molto ravvicinate, calcolare almeno una decina di rinvii.
Ulteriori informazioni: www.4026.it

14/11/2009

Arrampicare all'Aquila

"Arrampicare all'Aquila" di Alessandro Cauda. Ho trovato casualmente questo libretto alla "Libreria della Montagna" di Torino alla modestissima cifra di 5 euro, il quale illustra in modo molto semplice e schematico una zona di arrampicata sino ad ora sconosciuta, pur essendo vicinissima a due palestre di arrampicata molto note, Rocca Parei e Rocce Baciasse. Ciò che la contraddistingue dalle due palestre citate è la "facilità" delle vie di arrampicata, vie tutte attrezzate a spese di Alessandro Cauda, sia in termini economici che di tempo, grazie alla sua passione per l'arrampicata. La palestra è divisa in due settori ben distinti, le "Rocce del Baby", dove troviamo Baby Parey, Cresta del Belvedere, Passeggiata dei Camosci e il Muro dei Rododendri. Il secondo settore "Rocce del Colletto" dove troviamo lo Sperone del Selvatico, lo Scudo e Via Superchicca.
Accesso stradale  la strada termina nel piazzale dell'ex stazione sciistica dell'Aquila.
Tipo di arrampicata: si tratta prevalentemente di itinerari di placca, pur essendoci itinerari di piccoli strapiombi e diedri per lo più sullo "Sperone dell'Aquila". Tutte le vie sono protette con piastrine inox e le soste sono attrezzate con catene per le calate in doppia o per la "moulinette".
Periodo: si arrampica sempre sopra i 1300 metri di quota, quindi il periodo migliore è sicuramente la tarda primavera-estate-autunno.
Note: ad oggi ho avuto modo di provare solo le vie sullo "Sperone del Selvatico" con due monotiri ed una via di due tiri con difficoltà max 3+ e sullo "Scudo" un monotiro con difficoltà di 4c. Gli altri settori presentano difficoltà simili o poco più impegnative, ma sempre alla portata di modesti arrampicatori come me, comunque improntate al divertimento e alla arrampicata medio-facile.

28/10/2009

Falesia La Baita

Descrizione: Raggiungibile facilmente sia da Torino sia dalla Valle di Viù, la falesia è costituita da vari settori che permettono un'arrampicata a diversi livelli. La falesia gode di un'ottima esposizione, con un avvicinamento breve. Gli apritori stanno ancora incrementando il numero delle vie. La parete data l'esposizione prevalente a sud, è frequentabile quasi tutto l'anno.
Accesso stradale  raggiungibile anche da Viù, seguire le indicazioni per il Colle del Lys, percorsi circa 10 Km.subito dopo il ristorante La Baita, girare a destra per Ambrosinera.
Ulteriori informazioni: http://www.x3mountainguides.com/baita.htm
Considerazioni: La falesia si trova in una zona molto bella e panoramica, e mette a disposizione dell'arrampicatore diversi gradi di difficoltà. La parte più facile (e cioè alla mia portata) con gradi non superiori al 4a si trovano nei settori "Paperino" "Belvedere" e "Masso del Sole". I rimanenti settori, sono decisamente più impegnativi.













26/10/2009

Lago di Cignana 2170 m.

Il Lago di Cignana, si trova in una conca a 2170 metri sul fianco sinistro della Valtournanche. Presso la sponda settentrionale del lago si trovano una bella cappelletta e poco più a monte le baite dell'Alpe di Cignana. Sulla sponda meridionale del lago, si trova invece il Rifugio Barmasse, di proprietà privata aperto da fine giugno a metà settembre. Dal lago vi è un panorama ravvicinato sulla Punta e sul Dome de Cian e sul Chateau de Dames.


Località di partenza: Valtournanche 1580 m.
Arrivo: Lago di Cignana 2170 m.
Dislivello: 590 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.5 1:50.000 Cervino e Monte Rosa
Accesso stradale  arrivati al paese di Valtournache si può posteggiare nei pressi del cimitero.

Descrizione: da Valtournanche si prende la strada che passa accanto al cimitero e prosegue per la frazione Crepin. Si attraversa il torrente Marmore e si prende un sentiero indicato con i segnavia 13 e 14 che sale con alcune svolte per poi procedere in piano verso sud, proprio di fronte al paese. Poco più avanti si incontra un sentiero che sale dalla frazione Barmasse. Si riprende a salire per ripidi tornanti fino a raggiungere le case di Promoron a 1798 metri. Si sale ancora  fino al caratteristico alpeggio di Falegnon a 1912 metri. Poco oltre si lascia un bivio sulla sinistra, il sentiero indicato con il segnavia 13 che porta all'Alpe di Cortina, si prosegue lungo il vallone per poi giungere con breve salita nei pressi della diga. Alcune segnalazioni indicano il sentiero che porta al Rifugio, mentre sulla destra la mulattiera conduce dove sorge la cappella. In discesa si segue lo stesso itinerario fatto in salita.

23/10/2009

Ferrata del Gorbeillon 1800 m.

Non eccessivamente lunga, ma fisica ed impegnativa, un paio di passaggi atletici e una certa esposizione. Panorama abbastanza limitato, ma qualche piccolo scorcio sul Cervino c'è.
Considerando la brevità della ferrata, giunti al termine, invece di prendere il sentiero di rientro, consiglio di continuare a salire nel bosco sino ad incontrare la mulattiera che a sinistra porta prima alla centrale idroelettrica (ben visibile) ed in un paio d'ore al bellissimo Lago di Cignana, unendo così due itinerari molto belli.

Periodo: Maggio - Novembre
Difficoltà: D/MD 
Dislivello complessivo: 300 m.
Tempo complessivo: 2:30 ore
vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale  passare oltre la chiesa e la stazione dei Carabinieri, 100 metri dopo prendere la seconda strada a sinistra per Crepin, attraversare il ponte sul Marmore e nei pressi del cimitero è possibile posteggiare.


Descrizione: dal parcheggio si segue il sentiero per la via ferrata e il lago di Cignana, si sale nel bosco e dopo 15 minuti circa si arriva ad una pietraia (indicazioni via ferrata) che va risalita fino sotto la parete di roccia. A sinistra inizia la via ferrata "difficile" a destra la "facile" (che servirà per il rientro). Un traverso porta in piena parete, poi piccoli muri e traversate. Si aggira uno spigolo e si trova un muro aereo che fa tirare di braccia con alcuni passaggi MD, fortunatamente brevi. Segue un diedro inclinato un po' scivoloso, ma almeno il panorama migliora e si arriva in vista del ponte tibetano, ma prima del ponte c'è un passaggio breve ma veramente duro (MD). Superato il ponte, ancora una parete verticale di una ventina di metri fino alla terrazza superiore: fine della ferrata difficile. Si sale un po' nel bosco fino a incrociare il bivio dove a destra inizia la discesa ("via ferrata facile") verso la pietraia di partenza, con un sentiero molto ripido, ma sempre protetto dal cavo.

12/10/2009

Sentiero degli Alpini

Il sentiero degli Alpini frutto di un'opera ardita è lungo circa 1,5 chilometri, costruito tra il 1936 e il 1938, in buona parte scavato nella roccia con una larghezza compresa tra 1-2 metri e un'altezza di due. Il percorso in alcuni tratti è abbastanza esposto passando su alcune balze rocciose. Questo itinerario consente di girare intorno al Monte Pietravecchia, mantenendosi più o meno in quota traversando il precipite versante meridionale lungo il "Sentiero degli Alpini" fino alla Gola dell'Incisa a 1685 metri sul tratto di confine che scende dalla vetta verso sud-ovest, quindi passando in territorio francese lungo il boscoso versante settentrionale, rientrando poi in Italia attraverso il Passo della Valletta. 
Località di partenza: Colla Melosa 1540 m.
Arrivo: Colla Melosa 1540 m.
Dislivello: 350 m.
Tempo complessivo: 4:30 ore
Difficoltà: EE
Cartografia: IGC n.14 1:50.000 San Remo Imperia Monte Carlo
Accesso stradale


Descrizione: Dalla Colla Melosa, 1540 metri, seguire la strada sterrata fino al primo tornante nei pressi di una fontana (percorribile questo tratto ancora in auto). Lasciata la strada si prende a sinistra un sentiero che taglia il pendio e attraversa una valletta. Si arriva così ad un bivio e si prende il ramo di sinistra, lasciando a destra quello che sale alla sommità del Monte Pietravecchia. Si scende seguendo la larga traccia che porta ad imboccare il "Sentiero degli Alpini", con il quale si aggira, traversandolo a mezza altezza, lo scosceso e roccioso versante sud della montagna. Per lunghi tratti scavato nella roccia, il sentiero percorre la gola racchiusa tra le pareti del Monte Pietravecchia e del Monte Toraggio, qui è necessario fare attenzione nel superare alcuni tratti, servendosi all'occorrenza della fune di acciaio, arrivando senza altre difficoltà sotto il pendio che porta alla Gola dell'Incisa. Si raggiunge così lo stretto intaglio, si sale con alcuni tornanti e si lascia  a sinistra la diramazione che porta al Toraggio. Dal versante della Gola dell'Incisa si prosegue a mezza costa lungo il sentiero che segue un'evidente cengia erbosa tra due salti di roccia fino a scavalcare un costone che scende verso ovest, poco sopra la Colla Girenza. Da qui si continua verso destra seguendo la mulattiera che traversa in leggera salita il pendio settentrionale della montagna nel bosco di larici fino al Passo della Valletta. Si trascura a sinistra una strada militare, si scende per il sentiero lungo il versante opposto fino a raggiungere il bivio iniziale del "sentiero degli Alpini". Lo si lascia a destra, e si prosegue verso sinistra fino al tornante della carrozzabile.

27/09/2009

Ferrate in Dolomiti, alcune considerazioni...

Percorrendo in questo settembre 2009 alcune ferrate in Dolomiti, Tridentina, Torre di Toblin e Piz da Lech; non ho potuto fare a meno di pensare cosa siano stati gli anni della Grande Guerra che videro l'Italia contrapporsi agli eserciti tedesco ed austro-ungarico sul fronte dolomitico, e cosa siano per noi oggi le ferrate che abbiamo percorso e cosa siano invece state per i soldati che si prodigarono per rendersi la vita meno dura possibile, su queste bellissime cime. Quello che i soldati fecero su questo fronte (e non solo) è semplicemente incredibile: lunghe gallerie scavate nella roccia a colpi di mina e piccone, ponti sospesi per superare passaggi altrimenti insuperabili, postazioni arroccate su pareti impressionanti sono ancora oggi visibili. Ma proprio su quanto scritto poc'anzi vorrei soffermare l'attenzione, per fare un confronto con le Ferrate presenti sulle nostre Alpi Occidentali. A differenza di quelle dolomitiche dove pioli di scale e cavi metallici, che nacquero per mano dei soldati per esigenze assolutamente non sportive, (ma perchè dovevano muoversi con relativa sicurezza lungo versanti pericolosi ed esposti, per approvvigionarsi di viveri e materiali bellici), le tre Ferrate da me percorse, mi sento di giudicarle meno impegnative delle nostre. Questo non significa che vadano sottovalutate anzi... tutte e tre sulla scala delle difficoltà vengono considerate come "difficili" e a mio avviso, i pericoli maggiori provengono dalla massiccia frequentazione di queste ferrate, con l'aggiunta che non tutti i fruitori siano persone preparate fisicamente e con un'adeguata attrezzatura. Purtroppo ho visto persone senza casco e con due semplici cordini, ho assistito ha scariche di sassi (anche di notevoli proporzioni) dall'alto, provocate da persone che percorrono le ferrate di corsa, con sorpassi a dir poco azzardati, aggrappandosi al cavo, forse senza neanche sapere che il cavo serve solo per la sicurezza.. Ora non saprei in quale ordine di bellezza mettere queste tre ferrate, ma direi che la Torre di Toblin pur essendo tecnicamente la meno difficile è sicuramente la più appagante come panorami. La Piz da Lech è tecnicamente la più impegnativa, avendo come progressione (eccetto le due ripide scale finali) solo il cavo di sicurezza. La Tridentina... beh! è una classica e va fatta sicuramente. L'augurio per chi dovesse percorrere queste (o altre ferrate) in Dolomiti è quello di ricordarsi sempre che quello che oggi troviamo ancora percorribile, sovente dopo interventi di manutenzione, vada considerato come testimone silenzioso di un pezzo di storia umano e drammatico che non si può e non si deve dimenticare.

22/09/2009

Ferrata Piz da Lech 2911 m.

Avvicinamento breve grazie agli impianti che portano a 2530 m. Sale lungo una bastionata rocciosa, via ferrata abbastanza difficile, attrezzata con corde fisse nei punti dove necessita, sale per canali, cenge e gradoni mediante scale in ferro ripide ed esposte che portano ai terrazzi detritici della cima, da dove si gode un panorama stupendo.
Periodo: Luglio - Settembre
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 374 m.
Tempo complessivo: 4:30 ore
Accesso stradale: dall'abitato di Corvara (m.1540, parcheggio), utilizzando gli impianti del Boè, fino al Vallon (2537 m.). Dalla stazione a monte degli impianti (cartelli) per sentiero lungo il ghiaione fino sotto le pareti, al bivio in salita a sinistra all'attacco. (2560 m.)
















Descrizione: si supera il primo breve ma ripido camino, si continua per un canale detritico (attenzione a non fare cadere sassi), per poi abbandonarlo attraversando a destra. In salita ora lungo una ripida rampa su roccia ben gradinata per canalini e cenge, si arriva ora sotto la parete a picco. Per lunghe scale verticali e aggettanti si sale alla sommità sporgente ed esposta sul bordo superiore della parete (m.2750). Non rimane ora che seguire il sentiero lungo i terrazzi detritici  fino alla sommità del Piz da Lech. La discesa avviene per il costone detritico, si segue il sentiero della via normale segnato in rosso. Un salto verticale ed attrezzato, poi il sentiero prosegue in direzione del dosso erboso, una deviazione a destra riporta agli impianti, dove nelle vicinanze si trova il nuovo rifugio Franz Kostner al Vallon, che può essere utile come punto di appoggio.

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21/09/2009

Ferrata Torre di Toblin 2617 m.

Posizionata alla spalle del Rifugio Locatelli, nel triangolo tra le Forcelle di Toblin, di San Candido e Passo dell'Alpe Mattina. La Torre di Toblin, attrezzata con due ferrate, si offre come balcone panoramico in uno spettacolare circondario, grazie alla sua posizione privilegiata rispetto alla Tre Cime di Lavaredo, abbastanza esposta e con qualche passaggio impegnativo e con una seconda via ferrata da percorrere in discesa. Per questa ferrata, consiglio il bellissimo giro ad anello partendo con il sentiero n.105 all'andata per il Rifugio Locatelli, passando dalla Malga Langalm, per rientrare poi su sentiero n.101 passando dalla forcella Lavaredo.

Periodo: Giugno - Settembre
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 397 m.
Tempo complessivo: 5 ore
Accesso stradale: dal Rifugio Auronzo (2320 m.) raggiungibile da Misurina tramite una panoramica strada lunga 7 km. (a pagamento). Dal  parcheggio nei pressi del Rifugio Auronzo si prosegue sul sentiero n.101 che porta prima alla Forcella di Lavaredo e poi al Rifugio Locatelli (m.2405). 

Descrizione: da dietro al Rifugio tramite sentiero e triangoli rossi in direzione nord aggirando il Sasso di Sesto passando nei pressi di un vecchio rifugio e seguendo sempre le indicazioni si arriva all'attacco della Ferrata (m.2510).Dal ghiaione ai piedi della parete nord si raggiunge il terrazzo detritico all'inizio delle scale per facili gradoni. La salita prosegue per la lunga serie di scale che sempre ben attrezzato porta alla forcella tagliata tra le cime. Dopo breve traversata a sinistra, le ultime scale portano alla stretta cresta sommitale della Torre di Toblin.
Discesa: per la Ferrata Feldkurat Hosp, anche questa ben attrezzata e segnata con triangoli rossi, segue i non difficili ma esposti risalti del costone nord-est che scende verso la Forcella di San Candido. Si attraversa il pendio detritico e per traccia di sentiero si ritorna al Rifugio Locatelli.

20/09/2009

Ferrata Tridentina 2586 m.

E' una delle ferrate più conosciute delle Dolomiti. Con la sua posizione in vicinanza del passo Gardena, con rifugio come meta e come punto di appoggio, attrae numerosi (troppi) appassionati. Il primo tratto si presenta di moderata difficoltà, la salita della Torre Exner è invece molto esposta ed impegnativa. Nel complesso, una magnifica ferrata.

Periodo: Giugno - Settembre
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 630 m.
Tempo complessivo: 5 ore
Accesso stradale: da Colfosco  per la strada del passo Gardena, al piazzale della cava di ghiaia deviando in un tornante (m.1956, cartelli)



















Descrizione: dal parcheggio, si segue la strada pianeggiante, poi un sentiero in salita fin sotto la  parete, dove si trovano le prime attrezzature. Per scala e staffe si raggiunge il terrazzo inferiore del Sella, il sentiero prosegue poi verso sud-est passando sotto la Torre Brunico, a tratti in discesa, si raggiunge il vero attacco della ferrata (m.2070, ore 0.40 dal cartello). La ferrata segue ora una sporgenza ben gradinata della grande rampa inclinata, a destra della gola del Rio Pisciadù, fino ad un  piccolo terrazzo nei pressi della cascata. Segue un tratto più ripido a destra della cascata che si  supera tramite scalette, e prosegue in direzione dell'evidente Torre Exner. Con esposta traversata a sinistra, si raggiunge il pendio alla base della strapiombante parete della torre; il vecchio sentiero continua ora a sinistra in direzione del rifugio. Dal bivio delle corde fisse portano ad un tratto strapiombante in salita verso sinistra. Si sale verso destra una fessura esposta e strapiombante, poi per una scala verticale si raggiunge un buon punto di sosta. Si traversa ancora a sinistra su un tratto meno ripido. Si passa ora dalla Torre Exner all'ultimo tratto della ferrata superando il vertiginoso abisso di alcune centinaia di metri tramite per il ponte sospeso. Dopo breve tratto la ferrata termina sul terrazzo superiore del Sella, in salita per tracce di sentiero si raggiunge il Rifugio Pisciadù.
Discesa: dal rifugio con il sentiero n.666 in direzione nord-ovest fino al bivio. poi con sentiero in parte attrezzato si scende in Val Setus e di si ritorna al parcheggio.

Ferrata dei Funs 1625 m.

In stile francese, verticale, atletica ed esposta con tratti strapiombanti ma molto bene attrezzata. Situata in un contesto ambientale molto bello, non adatta a neofiti.
Periodo: Maggio - Ottobre
Difficoltà: D/MD
Dislivello complessivo: 580 m.
Tempo complessivo: 4 ore
vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale  da Trinità ancora per Colletta Sottana (cartello della ferrata) si gira a sinistra e dopo il ponte per Tetti Violini, dove si parcheggia.



Descrizione: La prima parte e sicuramente la più impegnativa, con parecchi tratti strapiombanti che tirano di braccia e senza punti di sosta. A due terzi della parete si trova una diramazione, a sinistra la via “facile” e a destra la via “difficile”, le due vie si ricongiungeranno poco più in alto. Fine prima parte. Ora un sentiero nel bosco, porta in 15 minuti circa all’attacco della seconda parte ed eventualmente alla via di fuga che riporta in basso. Anche la seconda parte è verticale ed esposta, anche qui dopo qualche strapiombo si trova un bivio, a sinistra una via semplice porta subito in vetta, a destra invece con percorso più lungo e talora strapiombante un traverso porta ad una passerella aerea e robusta. Ancora una traversata e si arriva in vetta un sentiero porta in breve tempo alla seconda punta, da dove inizia il sentiero (cablato all'inizio) per il rientro.